Schermi d’amore 2004 – Considerazioni finali: i premi

Tutti vincitori ...o quasi.

VERONA- Si è conclusa l’ottava edizione del festival cinematografico Schermi d’amore organizzato dal Comune di Verona. La giuria internazionale – composta dal direttore della fotografia Vittorio Storaro, dall’attrice e regista Eleonora Giorgi, dal regista cinematografico Salvatore Sampietri e dalla critica cinematografica spagnola Inma Merino – ha dichiarato apertamente, nella serata di premiazione, le difficoltà presentatesi per individuare un solo vincitore, visto il buon livello generale di tutti i film in concorso. Per questo motivo i quattro giurati hanno deciso di ampliare la rosa dei vincitori istituendo a sorpresa ben quattro nuovi riconoscimenti oltre al premio per il miglior film.

Il premio calzedonia come miglior film è andato a “Love in Thougts” (Germania) di Achim von Borris, a ritirare il premio è stata la giovane e graziosa attrice protagonista nel film Anna Maria Muhe. La giuria internazionale ha segnalato come migliore interprete femminile Isolde Fischer, protagonista di “When the Right One Comes along”, opera prima dei registi tedeschi Oliver Paulus e Stefan Hillebrand; la segnalazione come miglior interprete maschile è andata invece a Anthony LaPaglia, protagonista di “Happy Hour” di Mike Bencivenga. Il presidente di giura Vittorio Storaro ha voluto premiare, inoltre, la fotografia del “Al sur de Granada” di Fernando Colomo con uno speciale premio per la migliore cinematografia al direttore della fotografia Josè Luis Alcaine. Un ulteriore premio, questa volta per il miglior contributo artistico, tecnico e creativo è andato, invece, a E J-yong per la regia di “Untold Scandal”. Il film coreano si aggiudicato, anche lo speciale premio “Stefano Reggiani” attributo dai giornalisti del Vento accreditati al Festival con la seguente motivazione: “Per la raffinatezza cromatica della fotografia che costruisce quadri descrittivi e lirici di luminosa efficacia, per l’equilibrio dei sentimenti contrastanti giocati come forze opposte ma voci di una solida armonia musicale. Per la valenza simbolica del dettaglio, la sua cura minuziosa aperta all’allegoria e alla metafora e per la colonna sonora: contrappunto orchestrato con discrezione mai protagonistica ma sottilmente minimale”.

I ventiquattro elementi della Giuria giovani (dai diciotto ai ventisei anni) hanno invece scelto come miglior film, “Marion Bridge” (Canada) di Wiebke con Carolsfeld “per la storia drammatica, narrata in modo semplice e raffinato, capace di raccontare la quotidianità senza retorica ma con sensibilità e originalità, per l’interpretazione intensa ma misurata di tutte le protagoniste, nonché per l’emozione che ha saputo suscitare”. Il pubblico, votando ogni film su apposite schede, ha premiato invece “Goddess of Mercy” (Cina) di Ann Hui tratto dall’omonimo romanzo di Hai Yan.

Dei nove film presentati in concorso (il decimo “Finding Home” è stato cancellato dal calendario a causa di problemi tecnici), quindi, solamente il toccante “L’autre” del giovane regista francese Benoit Mariane e lo spagnolo “El làpiz del carpintero” di Antòn Reixa, sono rimasti a bocca asciutta. Ma inventarsi altri due premi sarebbe apparso eccessivo, dopotutto un concorso è un concorso…