Etgar Keret, sagace scrittore israeliano, è un grande, ironico e divertente autore di racconti di inesorabile intelligenza (All’improvviso bussano alla porta) e di esilarante vita tragicomica (La notte in cui morirono gli autobus).
Dalle sue storie hanno preso vita più di quaranta cortometraggi; Etgar Keret, nato a Tel Aviv nel 1967, oltre a essere uno degli autori più venduti in Israele, per la sua fervida fantasia, per la sua narrazione simbolica e per saper raccontare la vita caotica dei suoi connazionali – qualità di scrittura che lo rendono amato anche da noi – è un regista con tanto di riconoscimenti: il suo cortometraggio Skin Deep ha vinto numerosi premi internazionali, mentre il suo primo lungometraggio, Meduse, girato insieme alla moglie Shira Gefen, ha vinto a Cannes il premio “Caméra d’Or” nel 2007
Feltrinelli ha pubblicato un nuovo “esperimento di pensiero”: i suoi ultimi sette anni, vissuti con una preoccupazione in più: la nascita del figlio Lev in un luogo, il Medio Oriente, dove la “popolazione sente la propria mortalità più che in altri luoghi del pianeta”.
Sette Anni di Felicità è la vita dello scrittore, di sua moglie e della sua famiglia durante i primi sette anni di vita del piccolo, impertinente, spaventato, curioso Lev.
Lev nasce nel bel mezzo di un attacco terroristico a Tel Aviv; al padre di Etgar Keret è diagnosticato un tumore; lo stesso Etgar viene costantemente tormentato da incubi notturni del presidente iraniano Ahmadinejad; i suoi viaggi e la sua abilità di “individuare una svastica nella zona in meno di dieci minuti” sono un costante incontro con varie situazioni antisemite reali e immaginarie e con personaggi e situazioni surreali; i racconti della sua infanzia fatti di ubriaconi e prostitute; ha una sorella ultra ortodossa e un fratello ribelle.
E’ l’io narrante di Karet che racconta in prima persona tutte le esperienze famigliari, i viaggi, le persone, gli amici e soprattutto i ricordi che hanno accompagnato questi suoi sette anni.
Keret affronta con umorismo abbagliante l’oscurità che incombe sulla follia umana.
_ Da queste circostanze cupamente assurde, lo slancio narrativo dell’autore fa emergere impulsi creativi che sprigionano una serie di riflessioni sensibili, commoventi e sincere sul proprio Paese, sul terrorismo e sulle guerre, sulla costante paura che un razzo ti possa cadere in testa da un momento all’altro, sul futuro servizio militare di Lev e sulla mentalità terrorista che si cela dietro Angry Birds.
Etgar Keret, Sette anni di felicità, 2015, I Narratori Feltrinelli, pp 176, € 14,00