Chi ha amato la serie, amerà anche il film?
Gli ingredienti sono gli stessi delle 94 puntate della serie tv, e squadra vincente non si cambia.
A cominciare dalle quattro attrici che interpretano le amiche più disinibite e alla moda di New York, ancora riunite dai produttori per questo progetto grazie a un sodalizio che si dice autentico anche fuori dal set e, c’è da scommetterci, da un notevole compenso.
Nel film non può mancare lei, la quinta protagonista della serie: Manhattan che “ha questo di bello: tutti vanno dappertutto”. Che cosa sarebbe Sex and the City senza lo sfondo fatto dei locali trendy, delle strade newyorchesi o del verde metropolitano di Central Park? Perderebbero smalto le conversazioni scoppiettanti delle protagoniste sulle loro storie sconclusionate senza l’immancabile Cosmopolitan da ordinare come un amico fedele al bancone di un bar?
_ Ritorna anche la costumista Patricia Field, la stessa de Il Diavolo veste Prada senza la quale le ragazze non sarebbero così affascinanti, in particolare il personaggio di Carrie, fashion-victim per eccellenza che sogna scarpe nuove e un armadio gigantesco più di un diamante.
E a ricoprire tutto, la polvere sottile dell’ironia, che veste di leggerezza anche i temi più scabrosi e sdrammatizza i piccoli e grandi problemi delle protagoniste, impegnate a destreggiarsi in una giungla di rapporti interpersonali spesso deprimenti e nonsense senza perdere mai il magico tocco dello humour. A partire da Samantha, che nel film ritorna più dissacrante e spregiudicata che mai, sempre pronta ai paradossi grondanti saggezza: “Il matrimonio non funziona mai, il botulino è per sempre”.
Eppure, c’è un però: c’è molto amore e romanticismo nel film, e poco sesso: se ne parla poco, se ne fa ancora meno.
Cosa ne avrà pensato Candace Bushnell dalla cui felice penna nacque la sceneggiatura del telefilm, raccogliendo in un libro gli articoli della rubrica che teneva sul New York Observer, dal titolo Sex and the City?
_ La sfida era ardua: parlare liberamente di sesso, donne e uomini, con il linguaggio più disinvolto possibile, senza cadere nello sboccato; il telefilm ce la fa, ed è un successo.
Il film ne tradisce lo spirito, pare che le quattro amiche quarantenni abbiano messo la testa a posto: non più serate fedifraghe a sperimentare tutto quello che la Grande Mela ha da offrire in materia di uomini e dintorni, ma voglia di famiglia, appartamenti e stabilità sentimentale.
_ Che dire di loro, gli uomini delle protagoniste? Invecchiato e imbolsito, il Mr. Big di Carrie da sogno proibito di una vita si trasforma in un signore con la pancia, dal glamour in caduta libera. E la loro storia rincorre un finale a tutti i costi, come nelle migliori commedie romantiche, in controtendenza con il fatalismo e l’incertezza cui ci aveva abituato il telefilm, sempre ad interrogarsi sul tema dell’amore e delle relazioni con quesiti del tipo: La vita è quello che accade mentre si è impegnati a fare altro?