Mario Tobino, psichiatra e scrittore, nel suo libro–diario “Le libere donne di Magliano” scrive: “La pazzia è veramente una malattia? Non è soltanto una delle tante misteriose e divine manifestazioni dell’uomo, un’altra realtà dove le emozioni sono più sincere e non meno vive? I pazzi hanno le loro leggi come ogni altro essere umano e se qualcuno non li capisce non deve sentirsi superiore”.
Giulio Manfredonia, nipote di Luigi Comencini, è regista e sceneggiatore, insieme a Fabio Bonifacci, di una “favola vera, di un’utopia realizzata”, di una ricerca dell’isola che non c’è.
Si può fare è ambientato a Milano, nei primi anni ’80, da poco è entrata in vigore la Legge 180, meglio nota come legge Basaglia (dal nome del suo promotore, lo psichiatra Franco Basaglia) che prevede la chiusura dei manicomi. Gli scopi della legge 180 erano quelli di ridurre le terapie farmacologiche ed il contenimento fisico “instaurando rapporti umani con la società, riconoscendo appieno i diritti e la necessità di una vita di qualità dei pazienti, seguiti e curati da ambulatori territoriali.”
Manfredonia, partendo da diverse storie vere, costruisce un’opera tenera e commovente, innocente e drammatica. Prima di scrivere la sceneggiatura, Manfredonia e Bonifacci hanno visitato la cooperativa di Noncello a Pordenone, hanno lavorato per due anni con i veri pazienti. La complessità dell’esperienza umana che hanno vissuto traspare sensibilmente in quest’opera, ne parlano con garbo e affettuosità, con realismo, mai pietà.
Nello (Claudio Bisio) è un sindacalista, troppo avanti per quegli anni, troppo moderno; viene allontanato dal sindacato e mandato in una cooperativa di ex malati mentali appena dimessi dai manicomi per la legge Basaglia. Si trova così in un ambiente totalmente sconosciuto, circondato da persone particolari, soprattutto sole.
Nello non si scoraggia, non capisce nulla di psichiatria, forse proprio questo gli permette di trattarli alla pari. Ne percepisce il disagio, che è una difficoltà, una paura di vivere, ma riesce ad andare oltre, senza pregiudizi. Diventa un motivatore terapeutico per questo gruppo di persone. Applicando i sistemi del sindacato a questa cooperativa, con tanto di riunioni dei soci e votazioni a maggioranza, scrivendo ogni loro proposta, anche assurda, riesce a instaurare un clima di calore. Lì dove persistono difficoltà di comunicazione, con il suo ottimismo e la sua fede nella dignità del lavoro, riesce a emanciparli dai lavori assistenziali, insegnando loro un mestiere: lavorare il legno, montare parquet. Nello diventa così capo di una squadra di “rivoluzionari”, spingendoli ad avere dei sogni, lottando e andando contro a non poche persone (psichiatri in primis), per permettere che il suo gruppo impari a confrontarsi con la realtà.
Si può fare è volutamente narrato in un’ottica di positività, come infatti il regista ha dichiarato: “Questo è il cuore narrativo del film, che vuole raccontare una storia di speranza, presente già nel titolo – Si può fare -. La nostra vicenda dimostra infatti che con la fiducia, l’attenzione, il lavoro e la fantasia si possono fare tante cose, anche trasformare dei malati di mente in un azienda che funziona. Tutto questo assume una forza maggiore dal momento che questa storia è ispirata ad una vicenda realmente accaduta. Si può fare davvero”.
Presentato fuori concorso al Festival di Roma, vede nel cast, oltre che a un bravissimo Claudio Bisio, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, e una squadra di giovani attori, che interpretano gli ex internati, che hanno magistralmente saputo impersonare il loro ruolo con una sintesi di delicatezza, umanità, convinzione e consapevolezza; in una scena del film uno di loro rivolto a Nello, che ripeteva continuamente la stessa cosa, precisa: “Siamo matti, mica scemi”.
Significativa anche la scelta della colonna sonora che vede come “protagonista” la canzone di Bennato L’isola che non c’è:
Seconda stella a destra
_ questo è il cammino,
_ e poi dritto fino al mattino
_ non ti puoi sbagliare perché
_ quella è l’isola che non c’è!
_ E ti prendono in giro
_ se continui a cercarla,
_ ma non darti per vinto perché
_ chi ci ha già rinunciato
_ e ti ride alle spalle
_ forse è ancora più pazzo di te!
Titolo originale: Si può fare
Nazione: Italia
Anno: 2008
Genere: Commedia
Durata: 111′
Regia: Giulio Manfredonia
Sito ufficiale: http://www.sipuofarefilm.it/Cast: Claudio Bisio, Anita Caprioli, Bebo Storti, Giuseppe Battiston, Giorgio Colangeli, Carlo Giuseppe Gabardini, Pietro Ragusa, Maria Rosaria Russo
Produzione: Rizzoli Film
Distribuzione: Warner Bros
Data di uscita: Roma 2008
31 Ottobre 2008 (cinema)