La sacralità del cibo e della natura nelle parole di Marco Paolini
Lo spettacolo Song n. 32 è stato proposto ieri al pubblico del Dopolavoro ferroviario di Treviso; Marco Paolini è quindi tornato ad esibirsi nella sua città natale, accompagnato dai Mercanti di liquore, coi quali ha da tempo formato un interessante e prolifico sodalizio artistico. Davvero particolare la scenografia offerta dal centro culturale e ricreativo Dopolavoro ferroviario, che ha accolto gli spettatori all’interno del bocciodromo.
Paolini ci cattura subito con la sua voce stupenda, profonda, fatta apposta per raccontare, per recitare la storia dell’Italia che non c’è più e di quella che ci potrebbe essere. Nel corso della serata gli interpreti toccano i temi più diversi, sorprendendo il pubblico con collegamenti evidenti quanto impensati: Fiume Sand Creek e il terrorismo degli anni ’70; Dante e Gaber, e poi tanta poesia, da Dino Campana a Jacques Prévert.
Tema centrale è la sacralità del cibo: oggi il pane è considerato una merce qualunque, mentre fino a cinquant’anni fa nelle nostre campagne era spezzato e mangiato con rispettosa devozione; l’attuale indifferenza nei confronti di un bene così importante, senza prezzo e faticosamente acquisito, è la principale caratteristica di una cultura consumistica e decadente. Come ricordato anche da Pier Paolo Pasolini, una società che non nutre rispetto per il cibo, non rispetta nemmeno l’uomo.
Nella nostra regione il pane divide il suo primato con la polenta, specialità tipica talmente radicata nella nostra tradizione culinaria (e, quindi, anche culturale) da divenire soggetto di svariati romanzi; ricordiamo innanzitutto I piccoli maestri di Meneghello, in cui l’autore dedica ampio spazio alla cosiddetta “polenta partigiana”, alimento fondamentale degli eroi della Resistenza.
Le parole di Paolini conquistano il pubblico, sostenute e armonizzate dalla musica dei Mercanti di liquore; insieme creano immagini e suggestioni, capaci di trasportare lo spettatore sulle rive del Sile o nei boulevard di un’inedita Parigi (inedito è, più che altro, il francese di Paolini). Lo spettacolo suona le corde della memoria;
descrive l’epoca non lontana in cui l’uomo era parte della natura e ne aveva rispetto, in cui il cibo, l’acqua, la terra non erano solo merci da inscatolare, etichettare, vendere.
Song n. 32
Concerto variabile con Marco Paolini e i Mercanti di liquore
(Lorenzo Monguzzi, Piero Mucilli, Simone Spreafico)
Inserti poetici di Luigi Meneghello, Federico Tavan – Testi delle canzoni di Dino Campana, Ernesto Calzavara, Giacomo Noventa, Gianni Rodari, dei Mercanti di liquore e di Marco Paolini
www.marcopaolini.it