“Stella” di Sylvie Verheyde

Crudeltà e tenerezza sotto i cieli di Parigi

Capita sempre più raramente, ma a volte capita, di imbattersi in un film che ti accompagna anche fuori dalla sala cinematografica, e nel ricordo stimola riflessioni, analisi e rinnova la commozione provata.
Sono i film che a distanza d’anni si ricordano, magari con qualche sfocatura, ma si ricordano.

Stella racconta la sua vita in un tempo presente che risale al 1977, quando una mattina lascia la desolata banlieue in cui vive per il suo primo giorno di scuola in un liceo della Parigi borghese, quella del XII arrondissement. Esce dal conosciuto microcosmo del bar dei suoi genitori per affrontare un nuovo mondo; si allontana con un pallone tra le braccia e fa ritorno a casa con un occhio nero, il risultato del primo di molti match.
Stella è la messa in scena dei ricordi di Sylvie Verheyde, regista e sceneggiatrice francese al suo terzo lungometraggio; parla di innocenza, di crescita e di consapevolezza, ma esce dallo schema del film di genere perché il mondo raccontato oltrepassa il particolare dell’adolescenza espandendosi ad una rappresentazione storico-sociale di luoghi del disagio dove convivono crudeltà e poesia.

La scuola e il bar sono due realtà contrapposte ma riequilibratrici, l’una dell’altra. Stella (l’esordiente e bravissima Léora Barbara) è un’adolescente che scopre che la cultura nutre la vita e non grazie all’istituzione scolastica, che in principio le è ostile, ma attraverso la solidale amicizia con Gladys, la migliore della classe, ebrea argentina, di famiglia borghese, mentre il bar con la sua chiassosa e marginale umanità, sofferente ma vitale, le consente di radicarsi nell’appartenenza, cosa che la scuola le nega.
Dagli interni del liceo, dove la macchina da presa frammenta lo spazio con inquadrature statiche, alla vorticosa dinamica utilizzata per afferrare la realtà multiforme del bar con la forte evidenza di dolore, passione e disperazione.

La voce del pensiero di Stella collega mondi diversi che poche occasioni hanno di sfiorarsi, e senza opportunismo coglie il meglio che entrambi possono offrirle. La dimensione affettiva è per Sylvie Verheyde il motore principale: amore e compassione traghettano da una riva all’altra della storia la protagonista che senza vergogna per le sue origini e senza strategie mimetiche impara da adattarsi e ad imporsi nel suo nuovo mondo, mentre il tempo della storia è dichiarato da una compilation di brani che sottolineano le diverse temperature del film: dall’iniziale Love Me Baby a 15ème round di Bernard Lavilliers fino a Ti amo di Umberto Tozzi.

Attenta alle sfumature della crescita e del distacco, la regista rende con la forza delle immagini i passaggi di stato e le sue inevitabili conseguenze. E’ la riflessione sociale, quando la chance di cambiamento della protagonista è messa a confronto con l’ineluttabile immobilità della sua coetanea che vive in una desolata campagna del nord; è la riflessione sulle emozioni quando Stella, conosciuto l’amore per un coetaneo, si distacca emotivamente da un giovane avventore del bar (Guillaume Depardieu), un principe maledetto che prima di tutti capisce che la sta perdendo, e con malinconia le dice: “Mi mancherai”.
Il disagio sociale e la precarietà del vivere producono sentimenti ambivalenti e la difficoltà di misurare il male portano la protagonista ad essere vittima di un abuso; un trauma che risolverà nel silenzio di chi ormai sa di dover bastare a se stessa e che l’autrice, con pudore e dolore, risolve con brevità e un repentino passaggio di tempo.

Stella, fiore nato dal terreno dell’emarginazione, non stinge più la palla dopo un anno di scuola, ma legge Balzac. Ha perso l’innocenza, è piena di paure, ma riconosce nella scuola la possibilità di riscattarsi da un mondo senza speranza, mentre una mano stringe la sua.
Stella di Sylvie Verheyde è un film da non perdere.

Titolo originale: Stella
Nazione: Francia
Anno: 2008
Genere: Drammatico
Durata: 103′
Regia: Sylvie Verheyde
Sito ufficiale:
Cast: Leora Barbara, Melissa Rodriguès, Karole Rocher, Benjamin Biolay, Guillaume Depardieu, Anne Benoît
Produzione: Les Films du Veyrier
Distribuzione: Sacher Distribuzione
Data di uscita: Venezia 2008
05 Dicembre 2008 (cinema)