VENEZIA. In attesa della conferenza stampa ufficiale di presentazione della 62. Mostra del Cinema di Venezia, è stato illustrato ieri a Palazzo Querini Dubois il programma della sezione monografica sul Cinema Asiatico curata dallo stesso Direttore Müller. Il Presidente della Fondazione la Biennale di Venezia, Davide Croff, la Fondazione Prada (nella persona del Direttore Artistico, Germano Celant), il Direttore della Mostra, Marco Müller, e Sergio Toffetti della Cineteca Nazionale hanno annunciato alla stampa come è stato possibile realizzare questo progetto.
Dal 2004 la Fondazione la Biennale cerca sempre più di affiancare ai momenti topici dei Festival delle attività che abbiano carattere permanente e progettazione pluriennale. In questo contesto, l’anno scorso si è proceduto al recupero ed alla riscoperta di alcuni film di genere italiani nella sezione “Italian Kings of Bs”, che ha riscontrato un notevole successo di critica e di pubblico, soprattutto tra i giovani. Quest’anno è stata la volta di una ricerca ed un approfondimento sulla Storia Segreta del Cinema Asiatico.
– L’attenzione all’Oriente fa parte della tradizione della Biennale – spiega Croff – fin dal Leone d’Oro assegnato nel 1950 a “Rashomon” di Akira Kurosawa per finire con il Leone d’Oro alla carriera assegnato proprio in questa edizione della Mostra ad Hayao Miyazaki -. Non poteva mancare dunque una retrospettiva che esplorasse un territorio per molti sconosciuto, e che proprio grazie all’interesse di Müller, della Biennale e con l’aiuto della Fondazione Prada e della Cineteca Nazionale, inizia ad essere riconosciuto e salvaguardato.
Nell’anno del centenario della cinematografia cinese, arriva in Italia, a Venezia e si potrebbe dire nel mondo occidentale, una delle più complete rassegne tematiche riguardanti pellicole classiche, di genere e d’autore riguardanti il Cinema cinese e giapponese dagli anni ’30 agli anni ’90. – In collaborazione con le autorità locali cinesi – racconta Müller – siamo riusciti a portare in Italia quasi 1200 Kg di pellicole in via di deperimento abbandonate in una caserma. Sono copie originali che ora verranno restaurate e conservate in HD (Alta Definizione n.d.r.) presso la Cineteca Nazionale -.
Si parla già dunque, per La Storia Segreta del Cinema Asiatico, di una delle più importanti occasioni per scoprire e studiare un ricco patrimonio prima inconsultabile. Solo nel 1981, sempre ad opera di Marco Müller, era stata organizzata a Torino “Ombre elettriche”, la prima pionieristica retrospettiva del cinema cinese, e proprio da questo precedente la nuova sezione della 62. Mostra del Cinema di Venezia trae origine e forza.
I film proposti offrono uno spaccato trasversale del cinema cinese, tra registi innamorati di Hollywood, cinema di genere e cinema popolare, tra cineasti “fuori dal coro” e grandi maestri, spaziando dalle pellicole prodotte sul continente a quelle di Hong Kong o Taiwan. Non mancheranno alcune preziose quanto rare pellicole quali il primo lungometraggio di animazione cinese ed il primo adattamento da un fumetto.
Anche la cinematografia giapponese trova la giusta collocazione in questo contesto, riproponendo film di duelli, di spade, di samurai e di ronin che sono ancor oggi fonte di ispirazione per il cinema occidentale. Ma non solo. Largo spazio sarà dato a pellicole commoventi, comiche e popolari, lasciando intravedere la duttilità di molti cineasti nipponici.
I propositi della Fondazione Prada coincidono con quelli della Biennale, e sono tesi non solo al supporto, al restauro e al recupero delle opere, ma anche alla loro esportazione e diffusione. – La logica di queste rassegne è globale – sostiene Celant – vogliamo diffondere questi progetti in tutto il mondo. Non solo attraverso le sedi della Fondazione Prada a Milano, New York e presto Tokio e Pechino, ma anche presso le maggiori capitali culturali del mondo -.
Certo è che il pubblico potrà fruire presto in dvd delle prime dieci opere restaurate, le quali hanno già travato un distributore mondiale e che sono state acquisite in Italia dalla BIM. Sono infatti già previsti due cofanetti contenenti cinque film ciascuno, prodotti anche con un occhio alla grafica, così da renderli veri e propri oggetti da collezione. L’Istituto Luce distribuirà inoltre in sala sei classici cinesi durante la prossima stagione, mentre alcuni dei film presentati alla Mostra troveranno spazio all’interno delle attività permanenti della Videoteca Pasinetti del Comune di Venezia.
Accompagnerà questa programmazione il volume “Ombre Elettriche. Storia Segreta del Cinema Cinese(1905-2005), a cura di Marco Müller ed Elena Polacchi, pubblicato da Electa, una vera e propria enciclopedia del cinema cinese, con una raccolta di saggi inediti redatti per l’occasione dai maggiori esponenti della ricerca mondiale ed un importantissimo apparato iconografico.
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