“Suburra” di Stefano Sollima

A Roma piovono proiettili

L’onorevole, i boss e la caduta di Roma. Ancora una volta. Ma non è il declino dell’Impero Romano, solo l’implosione di un “Sistema Italia” basato su corruzione e amoralità. Attorno ai centri del potere, un microcosmo infinito fatto di delinquenti, escort, PR e tossici pervade la spessa coltre grigia che avvolge Roma. Basterà una pioggia di proporzioni bibliche a lavare i peccati romani?

Dimenticate la città eterna. Rimuovete secoli di immagini da cartolina. Asportate rosei tramonti capitolini su San Pietro. La Roma (post)fascista di oggi, quella raccontata da De Cataldo, Bonini (autori del romanzo omonimo da cui il film è tratto) e Sollima, è un concentrato di ipocrisia, malaffare e criminalità. La Suburra cinematografica è buia, piovosa e arida allo stesso tempo, una sterminata periferia di se stessa. I poteri forti, le lobby lecite e illecite che comandano si confondono, abbattendo i confini della legalità, eludendo le linee di demarcazione tra istituzioni e organizzazioni malavitose. Immensa landa desolata svuotata di ogni credibilità sociale e politica, la capitale diventa teatro degli orrori dove i suoi abitanti non sono che comparse, fantasmi impercettibili destinati inevitabilmente a subire trame nascoste e macchinazioni criminali programmate su scala sempre più ampia.

Sulla scia di Romanzo Criminale e Gomorra, il genere malavitoso – rivitalizzato in Italia proprio da Sollima – torna al cinema in attesa di una serie TV prodotta da Netflix con gli stessi protagonisti. La storia, ispirata a fatti realmente accaduti, è tristemente verosimile. Quando la realtà supera la fiction poi, diventa più difficile apprezzare le qualità cinematografiche di un prodotto realizzato con cura e attenzione e prodotto secondo un format più consono alle tradizioni d’oltreoceano, ma che finalmente sembra essere sbarcato anche in Italia. Superata la desolazione per l’inevitabile confronto con la cronaca di tutti i giorni, immergersi nei lordi intrecci criminali di Suburra diventa un viaggio agli inferi coinvolgente e straziante.

Non si salva nessuno. La corruzione sembra prerogativa dell’anima dei protagonisti, non fatale aberrazione sociale. Suburra racconta bene e con stile raffinato le inevitabili interconnessioni di stampo mafioso tra i molti artefici dell’erosione morale e materiale del nostro paese. Scandito dai sette giorni che precedono “l’Apocalisse” che nel novembre del 2011 portò alle dimissioni del governo e del Papa, Suburra è un credibile e tetro racconto contemporaneo che solo in alcuni momenti pecca di autoreferenzialità e cade nella trappola di citare se stesso, mettendo tra l’altro a volte troppa carne al fuoco. Ma il trio di protagonisti (Favino, Amendola e Borghi) è macabramente equilibrato, pur nella follia delinquente dei personaggi, e l’impianto narrativo abbastanza solido.
_ Roma è caduta, Roma risorgerà?

Titolo originale: Suburra
Nazione: Italia, Francia
Anno: 2015
Genere: Poliziesco
Durata: 130′
Regia: Stefano Sollima
Social networks: facebook
Cast: Pierfrancesco Favino, Jean-Hugues Anglade, Elio Germano, Claudio Amendola, Lidia Vitale, Lidia Vitale, Greta Scarano, Giulia Gorietti, Alessandro Borghi, Francesco Sechi
Produzione: Cattleya, La Chauve Souris
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 14 Ottobre 2015 (cinema)