“Summer Love” di Piotr Uklanski

Spaghetti western in salsa polacca

Fuori Concorso
In un paesino di poche anime giunge uno sconosciuto, pretendendo che gli venga pagata la taglia per l’ultimo fuorilegge da lui appena liquidato. Ma lo sceriffo è tutt’altro che un rappresentante esemplare della legge, e insieme agli scalcinati compaesani inizia una lotta all’ultimo sangue per i 500 dollari della taglia e per conquistare l’unica donna del paese.

A dire la verità ci mancava un western polacco: non nel senso che ne sentissimo la mancanza, bensì che non ne avevamo mai visto uno. Le note di produzione strombazzano comunque questo Summer Love come il primo film del genere sorto negli studios del paese di Zanussi e Polanski; in effetti grossomodo a queste latitudini ricordiamo alcune parodie cecoslovacche d’annata e soprattutto una bella coproduzione ceco-polacca (Bisogna uccidere Sekal, di Vladimir Michalek, 1998) che si rifaceva all’estetica western e fra l’altro condivideva con questa pellicola l’attore principale, Boguslaw Linda.

L’operazione è curiosa in tutto e per tutto: il polacco Linda di cui sopra (interpreta lo sceriffo alcolizzato) è stato attore in alcuni classici di tutto rispetto del suo paese, da Destino cieco di Kieslowski a Pan Tadeusz di Andrzej Wajda ed è una delle facce più note al pubblico polacco. Lo stesso si dica per colui che qui recita la parte del suo antagonista, lo Straniero bounty-killer, cui dà volto uno dei migliori interpreti cechi, Karel Roden, ormai caratterista spesso usato anche in produzioni USA in ruoli di villani (15 minuti – Follia omicida, Blade II , Hellboy). Nomi e volti famosi dunque nelle rispettive cinematografie, che qui danno vita ad un’operazione di stranita riproposizione dei luoghi comuni del western: sceriffi a metà fra idealismo e corruzione, gringos sconosciuti che scuotono la pace sonnacchiosa del saloon e sparatorie sotto il sole cocente, il tutto rallentato, anzi “ipnotizzato” in un ritmo che non si comprende se sia volontariamente sornione e mescalinico, o sia semplicemente dovuto alla incapacità del regista esordiente di dare i tempi giusti a una vicenda fin troppo diluita.

Ma se le carenze di una regia piuttosto grezza e l’assoluta mancanza di compattezza fanno spesso sorridere di questo western “de noantri” recitato in un inglese faticoso ed elementare, alcune altre idee strampalate recuperano l’irriverenza di certi western europei di serie B: tutti i personaggi sono l’incarnazione della figura stereotipica che rappresentano, aderendo perfettamente al clichè che una tradizione parodica-spaghetti western ha potuto creare partendo dagli originali a stelle e strisce; la sentenziosità delle battute e la loro ironia da quattro soldi richiamano alla mente le prese in giro di un Franco e Ciccio, se non addirittura i bambini che giocano al Far West caricando al massimo espressioni e linguaggio visti al cinema.

A questo si sommino alcune ideuzze fra il didascalico ed il naif, quali la soggettiva altalenante di un cavallo e quella della canna di una pistola, senza dimenticare la crudeltà gratuita e sopra le righe che può ricordare il Leone più disilluso. Ciliegina sulla torta a questo pastiche a volte indigesto, a tratti invece sorprendente per la chiarezza dei suoi intenti “post-western” è poi la presenza muta e francamente inspiegabile di una star hollywoodiana (forse in trasferta alimentare oltre cortina): un Val Kilmer che non profferisce parola lungo tutta la narrazione, in quanto interpreta…un morto.
E’ lui il ricercato che arriva già stecchito nel paesino, e la cui taglia sarà l’argomento del contendere fra gli scalcagnati antieroi in questione.

Lo stesso autore di questa a tratti sconcertante rivisitazione della frontiera spostata ad est si è cautelato dicendo di non avere in mente né una pura parodia né un classico fuori tempo massimo che rispetti le regole del genere; a dire il vero però si fatica a ritrovare sullo schermo il suo intento dichiarato di fare “un film allegorico che usa il linguaggio codificato del Western per affrontare l’identità etnica e l’autenticità culturale” in quanto problemi della contemporaneità. A noi questo sembra piuttosto uno di quei classici film freak della cinematografia mondiale che entrerà di diritto fra le chicche enciclopediche per cast e trash involontario.
Nonostante tutto: a tratti divertente.

Titolo originale: Summer Love
Nazione: Polonia
Anno: 2006
Genere: Western
Durata: 93′
Regia: Piotr Uklanski
Sito ufficiale:
Cast: Val Kilmer, Boguslaw Linda, Karel Roden, Katarzyna Figura
Produzione: MS Films, Polski Western
Distribuzione: Stunts Poland
Data di uscita: Venezia 2006