TGLFF: “Caravaggio” di Derek Jarman

Inside Caravaggio

Pennellate spesse e nere, lucide e frettolose. Grazie all’uso immediato di flashback si snocciolano i punti salienti della vita di Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio. La storia di un pittore che ha fatto la rivoluzione con i pennelli. La sua adolescenza, l’incontro con il cardinale Francesco Del Monte, ma soprattutto l’intreccio amoroso tra Caravaggio, il modello da lui preferito, Ranuccio e la fidanzata di quest’ultimo, Lena.

Ed ancora, la storia della sua presunta omosessualità, del suo rapporto con la religione ed infine della morte dell’artista. In realtà, i veri protagonisti di questo film sono i dipinti. Questi riflettono l’interiorità dei loro personaggi, lo stato d’animo del momento in cui vengono ritratti, le sensazioni emergono amplificate dai giochi di luce sulla tela, ed il risultato finale riflette il carattere di Caravaggio, irrequieto, aggressivo, un po’ ribelle. I dialoghi fra i personaggi sono essenziali. Le inquadrature a volte seduttive ed a volte ironiche.

Compaiono degli oggetti fuori tempo e l’impatto di questi non disturba la scena, lo spettatore infatti, se ne accorge solo quando l’oggetto scompare, lasciando un leggero retrogusto felliniano. Anche la scelta della musica contribuisce a dare un tocco alquanto particolare ma il tutto senza mai distrarre dal filo conduttore.

La voce fuori campo approfondisce la comprensione del carattere del personaggio, le parole pronunciate ovvero i pensieri di Caravaggio sono ricchi e densi, quasi immagini di un “dubbio blu cobalto” o di una “profondità viola”. Un’unica pecca: non si comprendono appieno tutti i colpi di scena, per quanto mai esagerati e sempre in linea con lo stile del film. Dall’inizio alla fine si ha la sensazione di vivere un quadro, notevole.

Caravaggio
Regno Unito, 1986, 35mm, 89′, col.
regia:
Derek Jarman