TGLFF: “Il fuoco di Alfredo” di Andy Abrahams Wilson

Scrittore gay e siciliano

“I siciliani guardano ma non vedono, il loro silenzio non è per ascoltare ma bensì per opprimere”. Chi come Alfredo Ormando non ha legami di mafia, in Sicilia, non conclude nulla. Alfredo è scrittore, gay e siciliano. Prova per tutta la vita a far conciliare queste tre realtà, a “spezzare le catene che legano una castrante menzogna”.

Non ha mai potuto sottrarsi all’introspezione che lo spingeva a scrivere, per lui rinunciare a scrivere era come rinunciare a vivere; impossibile frenare i pensieri e con essi il dolore provocato del doversi sentire sporco e malato. Essere gay per Alfredo era un continuo morire dentro, “o ti accetti o ti suicidi”. E così ha deciso Alfredo, ha scelto un fuoco purificatorio, il 13 gennaio 1998 in piazza San Pietro a Roma. Un’estrema protesta contro una chiesa che demonizza l’omosessualità.

Raccontare il vissuto di una persona che ha provato ad amare la vita, nonostante questa non sia stata dalla sua parte non è sicuramente facile. L’impostazione del documentario è semplice, lineare e ben svolta. Alcune immagini ed alcuni paragoni sono banali, come quello all’Alfredo della Traviata. La voce narrante stona, leggermente puerile. Non c’è un connubio particolare tra modalità di presentazione e personaggio presentato, le immagini non supportano adeguatamente il racconto.

Il fuoco di Alfredo
(Alfredo’s Fire)
USA, 2013, DVCAM, 39′, col.
regia:
Andy Abrahams Wilson