TGLFF: “Rosie” di Marcel Gisler

Madri e figli

Un’anziana signora segue alla televisione la presentazione dell’ultimo libro di uno scrittore, Lorenz Meran, si accende una sigaretta e gusta un bicchiere di vino. Nel momento in cui il programma accenna all’omosessualità dell’autore, sviene improvvisamente.

Ritroviamo Rosie in un letto d’ospedale, al suo capezzale la figlia Sophie ed il figlio Lorenz, lo scrittore. Questo è il primo degli unici due colpi di scena che il film ci offre. Si capisce ben presto come Rosie non sia per nulla scioccata dall’omosessualità del figlio e di come l’ictus sia stato casuale. Rosie ha idee e atteggiamenti fuori dal comune, non è la tipica anziana smaniosa di ricevere attenzioni post-ricovero ma anzi, preferisce godersi la vita grazie a numerosi bicchieri di vino e cognac e numerose sigarette.

Predilige il figlio Lorenz alla figlia Sophie, con la quale litiga sovente. Il primo è più imbranato, non sa e non vuole prendersi cura della madre ma, proprio per questo riesce a lasciarle i suoi spazi permettendole così di mantenere intatta la sua dignità. Rosie non ha un carattere facile, è spesso capricciosa, testarda ed egoista, ma nonostante ciò, conquista lo spettatore durante tutto il film, ottenendo il culmine quando rivela il segreto che tanto l’ha tormentata durante il matrimonio con il defunto marito. Ai figli si rivoluziona la vita in pochi minuti, Sophie che non voleva assomigliare alla madre, si scopre molto simile. Stessa ironica sorte tocca a Lorenz, che invece aveva fatto di tutto per non assomigliare al padre.

Esclusa l’interpretazione favolosa di Sibylle Brunner, al film manca qualcosa, rimane piatto come l’interpretazione di Fabian Krüger. Tematiche importanti come il rapporto conflittuale genitori-figli e l’amore sono poco sviluppate. Non aggiunge nulla di illuminante sul tema della vecchiaia e di come potrebbe esser affrontato da chi sta invecchiando e da chi gli sta accanto.

Rosie
Svizzera, 2013, HD, 107′, col.
regia:
Marcel Gisler