TGLFF: “Violette Leduc: la chasse à l’amour” di Esther Hoffenberg

Scrivere l'amore

Violette Leduc era stufa di stare al mondo ma aveva paura di morire. Il passato non poteva nutrirla ed il futuro non l’avrebbe sorpresa. La madre non l’ha mai amata come lei avrebbe desiderato. Le nuvole non le hanno mai regalato momenti di gioia. La sua vita è stata costellata da amori impossibili.

Eppure, per quanto questo personaggio possa risultare malinconico, pessimista e per certi aspetti pesante, non lo era affatto. Lo struggimento amoroso a cui Violette non si è mai sottratta è stato la sua linfa vitale. Gli alti e bassi, l’ “instabile nervosismo” che la caratterizzava, le turbolenze emotive le permettevano di scrivere. Scrivere di ogni cosa, di ogni sentimento, fatti di vita reale senza censura, era in grado di far parlare gli oggetti, i corpi ed i cuori.

La sua penna per l’epoca era tagliente ma mai priva di eleganza. Per una donna che ha dovuto auto-inventarsi e rendersi forzatamente indipendente, la lealtà verso se stessa è stata fondamentale. Violette dichiara che l’impudenza è ipocrisia, e senza vergogna alcuna scrive dell’amore non corrisposto verso Simone de Beauvoir. Si assiste ad una battaglia sensuale quanto crudele tra le due, il campo di battaglia: innumerevoli fogli di carta.

Violette è l’inchiostro blu, esplicita l’amore, la passione, il calore tra due corpi femminili, mentre Simone è l’inchiostro nero, cancella, sbarra, corregge ogni minima imprecisione; è brusca, diretta ed inflessibile.

Grazie ad un magnifico documentario le cui immagini rispecchiano appieno la personalità della protagonista, si assaporano frasi fino ad ora inedite tratte dai romanzi di Leduc. Irresistibile il personaggio, raffinato il documentario, suggestivo il risultato.

Violette Leduc: la chasse à l’amour
(Violette Leduc, in Pursuit of Love)
Francia, 2013, HD, 57′, b/n-col.
regia:
Esther Hoffenberg