Fuori Concorso
900 a.C., la dinastia Tang regna sovrana sulla Cina fino a quando l’imperatore muore. Il regno si divide, i vassalli si ribellano mentre a corte si lotta per la successione. I personaggi fondamentali di questa storia sono cinque: la giovane imperatrice Wan, crudele ed arrivista; Li, cognato di Wan, assassino del proprio fratello ed usurpatore del trono; Yun Sun, figlio di un ministro e fedele servitore; la giovane Qing, timida ed innoncente beneamata sorella di Qing; e Wu Luan, puro di cuore, figliastro di Wan, diviso fra il di lei amore, possessivo e geloso, e l’amore della giovane Qing, semplice e sincero.
Il film comincia con la morte dell’imperatore e con l’auotoincoronazione del fratello, e con Wan che accetta di sposare il cognato. Che sia già il caso di fermarsi? Sembra infatti chiaro da queste prime righe, e lo sarà poi per tutto il film, che stiamo assistendo ad una reinterpretazione in chiave mandarina dell’Amleto, arcinota tragedia del Bardo inglese.
Feng Xiaogang, re Mida dell’attuale cinema honkonghese e già autore del mediocre ma campione di incassi in patria A world without thieves, dirige questo kolossal di scespiriana memoria che non convince. Appurata l’influenza amletica, Feng non riesce a riprodurre le stesse atmosfere di cupa, marcescente, gotica e danese cattiveria. Il personaggio di Wan, giovane splendida imperatrice senza scrupoli, è inevitabilmente ingentilito dall’interpretazione della bella Zhang Ziyi; gli altri personaggi, specialmente Wu Luan e Qing, ovvero i buoni della situazione, risentono di una caratterizzazione eccessivamente manichea, che tramuta il loro eroismo in stolida testardaggine.
Xiaogang nasce come scenografo, si laurea in patria per poi iniziare la carriera di insegnante, e si vede; l’ambientanzione è splendidamente grandiosa, come si confà ad una corte imperiale. Oltre a questa, le note di merito in questa tragedia imperiale sono poche. La recitazione, influenzata da una mal riuscita caratterizzazione dei personaggi, risulta forzata; la regia, pretenziosa ed eccessivamente visibile, inficia ulteriormente il risultato della pellicola; i combattimenti stile wuxia, girati com’è consuetudine facendo uso di ellissi a livello visivo, non raggiungono i risultati ottenuti dai maestri del genere. Da segnalare, invece, come gustosa eccezione, la splendida scena del balletto-combattimento tra Wan e Wu Luan.
Un peccato sia andata così, visto e considerato il grande dispiego di forze e danari (più di dieci mesi di preparazione) per questo film. Xiaogang non è forse ancora all’altezza di una sceneggiatura così imponente ed impegnativa.
Sceneggiatura: Qiu Gangjian, Sheng Heyu
Fotografia: Zhang Li
Scenografia e costumi: Tim Yip
Montaggio: Lin Miaomiao
Musica: Tan Dun
Interpreti: Zhang Ziyi, Ge You, Daniel Wu, Zhou Xun, Huang Xiaoming
Produzione: Huayi Brothers Picture Company
Coproduzione: Media Asia Films
Durata: 131 min