Un’infermiera americana che vive e lavora a Tokyo è esposta ad una misteriosa e sopranaturale maledizione, questa blocca le persone in una forte collera prima di uccidere e trasmettersi ad un’altra vittima.
Secondo la tradizione giapponese, il grudge è la maledizione lanciata da una persona che muore stretta nella morsa di una rabbia furiosa. Coloro che vi incappano fanno una brutta fine mentre la maledizione si rinnova generando una catena senza fine di orrore attraverso un virus che si trasmette da vittima a vittima.
“The Grudge” è il remake americano del giapponese Ju-On. Il regista è lo stesso del film originale, Takashi Shimizu, ed ha un cast tutto americano a partire da Sarah Michelle Gellar, la principale protagonista, ormai esperta nel genere horror dopo il successo della serie televisiva Buffy the Vampire Stayer e il secondo episodio cinematografico di Scream. In un solo week-end di programmazione negli Stati Uniti, la pellicola ha incassato 40 milioni di dollari, andando ben oltre le più rosee aspettative degli esperti del settore. Questo dato rappresenta un successo non solo per i produttori del film (Roy Lee e Sam Raimi) ma anche per il cinema orientale di genere che si sta dimostrando un vero e proprio pozzo d’oro. Le conseguenze di un tale successo non si sono fatte attendere: Roy Lee in persona ha annunciato che, sull’onda di questo entusiasmo per The Grudge, la sua casa di produzione, la Vertigo Entertainment, comincerà quanto prima a lavorare su un suo sequel.
Il Ju-On originale sfrutta l’ottima trovata di raccontare la storia dividendola in capitoli che non seguono la linea temporale classica ma si muovono avanti e indietro nel tempo (esattamente come Pulp Fiction di Quentin Tarantino). Nella versione americana non vi è alcuna traccia della divisione in capitoli incentrati sui vari personaggi. Interessante vedere come l’approccio al genere horror sia differente tra questi due Paesi. In molti film giapponesi la storia rimane aperta senza una soluzione definitiva e, quindi, il mistero non viene mai svelato come se ciò aumentasse la dose di angoscia e paura. Lo spettatore americano, invece, sembra abbia bisogno di uscire dalla sala rassicurato con tutti i nodi della storia risolti. Ma questo vale, forse, per ogni genere del cinema hollywoodiano. Per una maggiore fluidità sono state mantenute intatte solo le sequenze fondamentali e sono stati omessi alcuni particolari, forse ritenuti superflui, ma che meglio servivano a sbrogliare la matassa. Tali differenze spesso risultano in buchi di sceneggiatura, ma si presume che lo spettatore non ci faccia troppo caso, preso dal terrore suscitato dalla vicenda.
Nonostante gli intenti iniziali siano buoni, bisogna riconoscere che l’uso degli effetti sonori e visivi non riesce a catturare fino in fondo l’attenzione dello spettatore. La tensione non decolla mai, rendendo, The Grudge, un thriller scadente. Gli ampi silenzi, le attese estenuanti, la capacità di prevedere, con un largo anticipo, che qualcosa di terribile sta per accadere sono i punti deboli di questa pellicola e, spesso, essi stessi si risolvono con un tipo si spavento “già visto altrove”. Chi lo vedrà, comunque, non si dimenticherà facilmente di quei volti grigi e freddi con gli occhi sbarrati, vittime, appunto dello Ju-On.
Titolo originale: The Grudge
Nazione: U.S.A., Giappone
Anno: 2004
Genere: Horror
Durata: 96′
Regia: Takashi ShimizuSito ufficiale: www.sonypictures.com
Sito italiano: www.thegrudge.it
Cast: Sarah Michelle Gellar, Bill Pullman, Jason Behr, Clea DuVall, William MapotherProduzione: Doug Davison, Takashige Ichise, Roy Lee, Robert G. Tapert
Distribuzione: 01 Distribution