“THE HORDE” DI YANNICK DAHAN E BENJAMIN ROCHER

Ora si scende!

Campo: sagome umane si stagliano contro un cielo scuro e minaccioso. Controcampo: in lontananza esplosioni e palazzi in fiamme. Gli edifici crollano e le strade sono invase da morti viventi affamati di carne umana. Ma come siamo arrivati a questo?

Mathias Rivoallan, poliziotto parigino, viene ucciso da un criminale nigeriano. I suoi colleghi vogliono vendetta e decidono di assaltare il fatiscente edificio nella banlieue della capitale dove il delinquente si è rifugiato con la sua gang. I malviventi catturano subito i poliziotti penetrati nel palazzo e ne ammazzano uno. La tensione è alle stelle: il cadavere dell’agente riprende vita e azzanna il primo essere umano di fronte a lui. I corpi a terra si moltiplicano. Criminali e poliziotti sopravvissuti allo scontro si rifugiano sul tetto dell’edificio e guardano la città dall’alto: un inferno. Sotto di loro 13 piani di fuoco e sangue da attraversare. Affrontare un’orda di zombie e scappare da un incubo.

In The horde non conta il messaggio politico. Le esplosioni e gli sconvolgimenti della banlieue parigina nel film rimandano alle reali rivolte scatenatesi nel 2005 nelle periferie di alcune città francesi, ma questo rimane solo un pretesto. Certamente Dahan e Rocher hanno imparato molto da George Romero, ma se quest’ultimo esplicitava un messaggio di critica al capitalismo e approfondiva il nesso esistenziale tra la nostra realtà e quella dei morti viventi in ogni suo film, i due registi francesi realizzano con The horde un’impeccabile giostra di morte finalizzata unicamente a intrattenere lo spettatore.

Il palazzo di The horde ricorda il grattacielo al centro della città fortezza de La terra dei morti viventi e altri claustrofobici loci romeriani (centri commerciali o case isolate) dove rimanevano intrappolati i protagonisti. Il pregio di The horde sta comunque nell’incalzante successione di sequenze sopra le righe («larger than life» le definiscono i due registi) che rimandano più al cinema di Robert Rodriguez. L’idea iniziale dei due cineasti era infatti quella di realizzare un film simile a Dal Tramonto all’Alba (l’attacco del primo zombie dell’«orda» rimanda all’attacco del primo vampiro del lungometraggio del 1996), anche se il risultato finale è un’opera caratterizzata da una più armonica commistione di genere horror e action.

La sceneggiatura di The horde è costruita su continue sparatorie e lotte uomo contro zombie equilibratamente intervallate da sketch umoristici (quello del taglio della gamba ad esempio) con protagonista un personaggio ironico fuori dagli schemi, il vecchio con il piccone che si aggiunge al gruppo dei sopravvissuti a metà film. Formalmente apprezzabili sono poi i combattimenti corpo a corpo con i morti viventi, pregni di una fisicità raramente valorizzata negli zombie films.

The horde è dunque un bagno di sangue e adrenalina che travolge e stravolge lo spettatore. Una corsa orrorifica che assume le forme di un serrato campo (essere umano), controcampo (morto vivente) e di un montaggio accelerato e nervoso. Una montagna russa ci trascina verso l’alto (sul tetto di un palazzo maledetto) per scaraventarci nell’abisso più nero. Non c’è lieto fine: ora si scende!

Titolo originale: La Horde
Nazione: Francia
Anno: 2009
Genere: Thriller, Horror
Durata: 97′
Regia: Yannick Dahan, Benjamin Rocher

Sito italiano: www.ivid.it/thehorde/
Cast: Eriq Ebouaney, Aurélien Recoing, Jean-Pierre Martins, Jo Prestia, Claude Perron, Yves Pignot, Antoine Oppenheim
Produzione: Capture The Flag Films
Distribuzione: Fandango
Data di uscita: Venezia 2009
01 Ottobre 2010 (cinema)