“THE MESSENGERS” di Oxide Pang, Danny Pang

Horror che vince non si cambia?

In una casa isolata, una donna e i suoi figli fanno una brutta fine, ancora prima dei titoli di testa. Ovvio che l’evento non potrà giovare all’atmosfera della dimora. Forse però potrà farne abbassare il prezzo sul mercato immobiliare, permettendo così ad un’altra sconsiderata famigliola di traslocare tra quelle mura fatiscenti.

Il tema della casa infestata esercita da sempre un gran fascino, e ricorre in più culture. In The messengers, l’ultima opera dei fratelli Pang (famosi per l’interessante The eye), la dimora maledetta è inserita nella soleggiata campagna statunitense e abitata da una famiglia americana normalmente nevrotica. Ma è popolata da fantasmi che appartengono alla tradizione orientale.
Interessante commistione, piacevole variazione sul tema, un buon punto di partenza. Peccato che lo svolgimento della vicenda si riveli poi al di sotto delle aspettative.

La novità della pellicola, rispetto agli altri film appartenenti alla recente moda dell’horror asiatico, è quella di avere una sceneggiatura originale (si fa per dire), ossia di non essere un remake. Questa particolarità poteva rendere The messengers un ottimo prodotto di genere: i campi, i girasoli, il trattore sono componenti nuove che avrebbero fatto dimenticare agli spettatori i pozzi, le cisterne d’acqua, gli interni marcescenti che si erano imposti nell’immaginario con The ring, Ju On e Dark water. Alcune sequenze sono di una tensione notevole e realizzate con tecnica pregiata, e gli attori (soprattutto John Corbett, il caro vecchio Aidan della serie Sex and the city) credibili. Inoltre, l’opera riserva una sorpresa: per la prima volta, in una pellicola che segue una struttura già conosciuta, il cerchio si chiude: ad un certo punto, i personaggi acquistano una loro funzione drammatica, non sono più semplici figure da terrorizzare.

Il film però si accascia in una sequela di effetti digitali noiosi, in un girotondo di oggetti che non erano inquietanti nemmeno nei film Hammer (bambole di porcellana, carillon, attrezzi da giardino), e soprattutto in una serie di citazioni di grandi classici del passato. Si parte da Amytiville Horror (l’assassinio iniziale), per poi ritrovare echi di Shining, Grano rosso sangue, Poltergeist, Gli invasati, Ballata macabra, Hellraiser, La casa, fino a Gli uccelli. È vero, sulle case maledette è già stato detto quasi tutto: ma questo dovrebbe essere uno sprone a cercare nuove forme, non a ricalcare i grandi successi. Se i fratelli Pang avessero rinunciato a materializzare i fantasmi così spesso, alcune sequenze (la ragazza che sente distintamente una presenza dietro di sé) sarebbero state eccellenti, e davvero originali.
Al di là di queste analisi puntigliose però, la vera falla del film va individuata nel curioso mix di culture che è si è venuto a creare: l’horror notturno orientale, misto alla tensione violenta del cinema americano, poteva portare a qualcosa di sublime, ma solo se avesse tentato altri terreni. Perché, se ci sono due cose di cui non se ne può più, queste sono proprio le fattorie maledette e le mamme-zombie con bambini a carico!

Titolo originale: The Messengers
Nazione: U.S.A.
Anno: 2007
Genere: Horrror, Drammatico, Thriller
Durata: 84′
Regia: Oxide Pang Chun, Danny Pang
Sito ufficiale: http://www.sonypictures.com/…
Sito ufficiale: www.01distribution.it/themessengers
Cast: Graham Bell, Dylan McDermott, Penelope Ann Miller, Kristen Stewart, Dustin Milligan, John Corbett, William B. Davis, Brent Briscoe
Produzione: Scarecrow Productions Inc., Bluestar Entertainment, Ghost House Pictures
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 29 Giugno 2007 (cinema)