A sei mesi dalla scomparsa il Macro di roma celebra Tom Wesselmann, l’artista che rivoluzionò la pittura del 900′. Sprofondò nel baratro l’espressionismo astratto con dipinti che ricordano Matisse in versione pop art.
Immagini per comunicare e dar voce al desiderio, liberando l’arte da contenuti sociologici. E’ la pittura di Tom Wesselmann, straordinariamente normale nella scelta dei soggetti, innovativa e rivoluzionaria nel modo di rappresentarli.
Uno stile unico e personale che segna per sempre la differenza tra il suo linguaggio pop e la pop art di Warhol e gli altri. Il Macro di Roma, fino al 18 Settembre, espone una quarantina di composizioni, realizzate tra il 1963 e il 2004.
E’ un’arte figurativa, dove l’oggetto e il soggetto combaciano perfettamente sulla tela, proprio come nella realtà, la vita si riflette dai cartelloni pubblicitari e dai programmi televisivi. Wesselmann, utilizza i temi tradizionali della pop art, il nudo femminile, i paesaggi, la pittura d’interni e la natura morta, ma li denuda del loro messaggio sociologico per dar forma e voce al bello, nascosto dalla quotidianità e dall’ordinario. Campiture piatte, tonalità vivide e decise, per una pittura d’impatto, dove l’ effetto voluttuoso, delle labbra carnose o dei corpi sensuali, persistono nella memoria. Nature morte e interni eternamente sospesi tra la tecnica fumettistica e i tratti da Renoir. In Wesselmann ci sono l’eleganza di Modigliani, il rigore geometrico di Mondrian e le cromie di Matisse. Nella spazialità, studiatissima, dove nulla è lasciato al caso, i nudi esaltano la composizione, senza alterarla, in un gioco enigmatico con gli altri elementi del quadro, che attenuano la loro valenza erotica. Il rapporto con lo spazio, studiato e calcolato, è evidente nella serie Bed paintings dove la forma dell’oggetto determina la sagoma della tela.
Un nuovo modo di concepire l’arte e soprattutto, un nuovo modo di guardare l’arte, traducono la forza realisticamente creativa ed evocativa di Wesselmann in una continuità tra il reale, l’artista e il pubblico, che aumenta di significato, quando decide di ridurre la tavolozza ai tre colori della bandiera americana, o al colore Kaki della sua vecchia uniforme da fanteria. Con Wesselmann è la realtà a tingersi d’arte, più che l’arte a divenire realista. I celebri cicli di assemblage paintings includono il mondo sulla tela, nel senso letterale del termine, l’oggetto non è più solo rappresentano ma viene inserito concretamente nell’opera, così ritroviamo telefoni che squillano televisori funzionanti , sedie, porte e via dicendo. Wesselmann, non cerca la tridimensionalità, ma la terza dimensione, spiega, serve solo per dare maggiore consistenza e quindi intensificare l’immagine bidimensionale.
Tom Wesselmann
dall’8 giugno al 18 Settembre 2005
Roma
MACRO
Museo d’Arte Contemporanea Roma
Via Reggio Emilia, 54
ORARIO: da martedì a domenica 9.00 – 19.00;
festività 9.00 – 14.00; (lunedì chiuso)
ingresso: 1 Euro (iniziativa valida fino al 30 settembre 2006);
gratuito sotto i 18 e oltre i 65 anni
INFORMAZIONI: 06-6710 70400 Fax: 06-8554090
macro@comune.roma.it
www.macro.roma.museum