“TURNER E GLI IMPRESSIONISTI. LA GRANDE STORIA DEL PAESAGGIO MODERNO IN EUROPA”

Tanta carne al fuoco, forse troppa

La terza stagione delle grandi esposizioni d’arte a Brescia è cominciata: quest’anno propone come evento principale la mostra “Turner e gli impressionisti”, la grande storia del paesaggio moderno in Europa. Nella consueta sede dell’ex monastero di Santa Giulia sono allestite le preziose tele, con l’obiettivo di testimoniare le diverse rappresentazioni paesaggistiche nei cento anni che corrono da Turner a Monet.

Questa mostra è impressionante per i numeri che la descrivono: 285 opere esposte, in gran parte (261) mai entrate in Italia; ci sono 35 tele di Turner e 46 di Monet, varie di Van Gogh, Corot, Cézanne. Stupisce l’elenco dei 20 paesi da cui provengono: dovremmo infatti fare il giro del mondo, dall’Algeria al Venezuela, passando per il Giappone, per poterle vedere tutte; e c’è di più, visto che in alcuni casi dovremmo bussare alle porte di collezionisti privati e chiedere una visita in casa loro. Tutto questo se non ci fosse Linea d’Ombra che adesso le riunisce a Brescia. È indubbio, “Turner e gli impressionisti” è una mostra eccezionale, che unisce quantità e qualità. Forse troppa, però. Non è un caso, quindi, che l’ex calciatore professionista, ora curatore di successo, Marco Goldin, richieda “un po’ più d’attenzione” ai visitatori che affolleranno le sale di Santa Giulia. Il suo intervento sembra quasi un accenno all’inevitabile selezione che ci si trova a fare durante la visita, e di conseguenza a puntare l’attenzione solo su una parte delle tele esposte. In effetti la carne al fuoco è davvero tanta, e si rischia l’indigestione. Sta quindi al visitatore, alla sua sensibilità, delinearsi un percorso personale all’interno della vasta proposta, evitando così la dispersione a favore di una fruizione più efficace.

La mostra è strutturata con una suddivisione in cinque sezioni.
Si comincia con il confronto Turner-Constable; una cinquantina di splendide opere che coprono diversi periodi delle rispettive carriere artistiche, come si può notare chiaramente in Turner, che col passare degli anni si fa più audace nelle rappresentazioni, e svolta decisamente verso i suoi tipici effetti di sfumato. Goldin individua in questi due pittori gli albori della rappresentazione “moderna” del paesaggio (dove “moderno” qui s’intende nell’accezione di “contemporaneità” del termine).
Segue la sezione dedicata all’evoluzione che va dalla pittura accademica dei continuatori della tradizione paesaggistico-mitologica nata nel Seicento, ai “primi sguardi sulla natura”, ossia a un paesaggio svincolato dalla funzione di ambientazione, diventato il vero soggetto protagonista (e si ha l’opportunità di vedere alcuni dipinti davvero notevoli di Jean-Baptiste-Camille Corot).
Nella terza sezione si possono ammirare i dipinti dei pittori cosiddetti “di Barbizon”, che vanno all’esplorazione dei paesaggi naturali francesi. Costituiscono il ponte che congiunge la tradizione alla nuova pittura impressionista (si vedono, tra gli altri: Courbet, Harpignies, Rousseau, il primo Monet).
La quarta sezione, la più cospicua con 150 dipinti, costituisce il cuore dell’esposizione. I “Paesaggi dell’impressionismo” sono dipinti, con le evidenti distinzioni di stile, dai vari Monet, Gauguin, Van Gogh, Sisley, Cézanne, Manet, direttamente en plein aire (e non più in un momento successivo, all’interno dei loro studi).
La conclusione è affidata al tema del giardino. Vediamo alcuni capolavori tra cui tre versioni delle “Ninfee” e due dei “Glicini” di Monet, il giardino di Manet, dipinti di Caillebotte, Van Gogh, Pissarro e altri ancora.

Dopo quattro anni trascorsi a preparare (tra le altre mille cose) quest’evento, Marco Goldin ci propone una mostra che ha un robusto filo conduttore, un’idea forte su cui si basa uno straordinario corpus di opere. È innegabile però, nonostante tutte queste buone cose, che l’attenzione, al momento della conclusione di questa mostra, non sarà rivolta all’eventuale raggiungimento del target artistico-culturale; invece, si guarderanno i dati delle presenze, si faranno i dovuti confronti, e questo stabilirà se per Linea d’Ombra sarà l’ennesimo successo.

“TURNER E GLI IMPRESSIONISTI. LA GRANDE STORIA DEL PAESAGGIO MODERNO IN EUROPA”
dal 28 ottobre 2006 al 19 gennaio 2007
Brescia, Museo di Santa Giulia
Orario delle mostre al Museo: Dal lunedì al giovedì ore 9-19; Venerdì e sabato ore 9-21, Domenica ore 9-20
1 novembre 2006 ore 9-20, 1 gennaio 2007 ore 11-20
Chiuso 24, 25, 31 dicembre 2006
Mostre in Castello ore 9-19; Pinacoteca ore 9-19
SERVIZIO DI PRENOTAZIONE E INFORMAZIONI
Call center: Tel 0438-21306, Fax 0438-418108, biglietto@lineadombra.it,
https://biglietto.lineadombra.it
dal 31 luglio 2006
Tel 0422 429999 Fax 0422 308272
UFFICIO STAMPA: Studio Esseci di Sergio Campagnolo
Via San Mattia, 16 – Padova
Tel 049 663499, Fax 049 655098
info@studioesseci.net,www.studioesseci.net
A cura di Fabrizio D’Amico e Marco Goldin
Organizzazione: Linea d’ombra
Strada di Sant’Artemio, 6/8, 31100 Treviso
Tel +39-0422-3095, Fax +39-0422-309777
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