“TUTTA LA VITA DAVANTI” DI PAOLO VIRZì

Il precariato diventa una favola a lieto fine

Marta (Isabella Ragonese) si è appena laureata a pieni voti in filosofia, ma a differenza di molti suoi coetanei con “agganci” di vario tipo, non riesce a trovare un lavoro adeguato alle sue capacità. Per non restare con le mani in mano finisce a lavorare come babysitter e come telefonista in un enorme call center, dove la realtà è molto diversa dall’ovattato ambiente universitario. I ritmi sono alienanti e i manager-motivatori sembrano usciti da un reality show. In questa specie di universo parallelo e totalizzante, la neolaureata scoprirà cosa significa essere precari e imparerà a conoscere problemi e persone di cui non si parla sui libri di filosofia, come le sue colleghe, la cui massima aspirazione è vincere il viaggio-premio di Natale a Miami. Con l’aiuto di un sindacalista dai grandi ideali ma di scarsa coerenza, alla fine Marta riuscirà pure a far emergere un po’ del torpido in cui affondano i call center come il suo, dove invece di produrre veri servizi si sfornano solo precari in quantità industriale.

Attraverso questo film, Paolo Virzì torna a raccontare l’Italia di oggi, e lo fa con la solita capacità di mettere il dito nella piaghe di un paese sconfortato e disilluso. Stavolta, però, a tener banco non sono i partiti e le ideologie di plastica, ostentate da politici arraffoni e da adepti di comodo. I temi di Tutta la vita davanti sono più trasversali e toccano alcune gravi ferite sociali, come la fuga dei cervelli, il precariato, il marciume di una classe imprenditoriale capace solo di investire nello sfruttamento dei buchi legislativi. Anche per questo motivo, quello di Virzì sembra un film capace di “prendere alla pancia”, di suscitare la simpatia viscerale di chi, come la protagonista, ormai si sente ripugnato da tutto e da tutti. Peccato che il ciclone contestatario del regista si trasformi presto in una leggera brezza primaverile, di quelle che non fanno né caldo né freddo.

È dai tempi di Ferie d’Agosto che Virzì si dimostra maestro nel dare calci a cerchi e botti, ma più passa il tempo, più le sue pedate perdono la capacità di far male. Anche la filosofia del regista sembra molto (forse troppo) flessibile, quasi precaria. Usa la commedia per cavalcare l’onda dell’indignazione e poi il dramma per assolvere ogni peccato, senza portare a termine nessuna delle sue premesse. Affermare che le colpe sono un po’ di tutti, infatti, equivale a dire che non sono di nessuno: né dei sindacati (…in fondo qualcosa di buono la combinano!), né dei precari (ben venga ingannare vecchietti ingenui, se quello è il tuo lavoro e non puoi trovarne di migliori perché non sei istruito), né tanto meno dei padroni (pure vittime di un sistema spietato, in cui il potere finisce per logorare ogni cosa).

In fin dei conti, a che serve fare il processo di Norimberga alla realtà? Certo, i call center sono brutti e cattivi, sono – parole di Virzì – un “campo di concentramento, solo un po’ più sorridente”. Il precariato, d’altra parte, non è neppure il fenomeno peggiore “nell’apocalisse allegra di sempre, quella della vita, dove c’è l’ingiustizia” (sempre testuali affermazioni del regista). Qualche lacrima si può anche versare, ma alla fine sembra comunque meglio prenderla con gigioneria; mangiarci sopra un bel pranzetto fatto in casa, aspettando che qualcuno ci offra l’ennesimo lavoro atipico o tenti di rubarci la pensione… E vissero tutti felici e contenti, anche se a tempo determinato.

Titolo originale: Tutta la vita davanti
Nazione: Italia
Anno: 2008
Genere: Commedia
Durata: 117′
Regia: Paolo Virzì
Sito ufficiale: www.medusa.it/tuttalavitadavanti
Cast: Sabrina Ferilli, Isabella Ragonese, Elio Germano, Massimo Ghini, Valerio Mastandrea, Micaela Ramazzotti, Claudio Fragasso, Elena Arvigo
Produzione: Motorino Amaranto, Medusa Film
Distribuzione: Medusa Film
Data di uscita: 28 Marzo 2008 (cinema)