“This is not a film” di Jafar Panahi
Venezia 68. Fuori Concorso
Questo non è un film, è la realtà dell’Iran nel 2011. Jafar Panahi attende nel suo appartamento di Teheran il verdetto all’appello della sentenza che lo condanna a sei anni di prigione e 20 anni in cui non potrà più dirigere un film, lasciare il paese e venire intervistato, all’estero o in patria. Nella sua casa, lo filma l’amico documentarista Mojtaba Mirtahmasb, ma Panahi riprende anche con il suo i-phone. Racconta il suo ultimo film, che non ha potuto girare, mentre fuori impazza la tradizionale Festa del Fuoco…
Leone d’oro a Venezia nel 2000 per Il cerchio e Camera d’Or a Cannes per Il palloncino bianco nel 1995, Panahi è uno dei maggiori protagonisti del cinema iraniano contemporaneo. Il suo nome risuonava anche nelle cronache, in seguito all’arresto nel 2010 per aver partecipato alle manifestazioni anti-regime a Teheran.
Nel maggio 2011, Panahi dal carcere riesce a far arrivare questo straordinario documento della sua condizione attuale a Cannes, caricandolo su una penna USB nascosta in una torta spedita per via aerea. La pellicola viene proiettata alla Croisette. Juliette Binoche, alla chiusura del festival, scoppia in lacrime e ne chiede la liberazione.
This is not a film, appunto, non è un film. È un documento storico. Ma è anche il cinema allo stato puro, una toccante riflessione sulla censura e su quanto la settima arte e la narrazione possano rappresentare un baluardo alla libertà d’espressione che non può e non deve essere in nessun modo limitato o ostacolato, giustamente proiettato alla Mostra del Cinema.
Dalle stanze del suo appartamento, il regista cerca di raccontare disperatamente il film che non ha mai realizzato muovendosi sul tappeto del suo salotto quasi fosse un’altra prigione. Si muove tra le stanze della casa come la sua iguana, animale selvaggio recluso tra le pareti di un appartamento. Le mura che lo costringono non sono tanto quelle domestiche o del carcere: è l’impossibilità di stare dietro all’obiettivo che gli nega ogni possibile scappatoia. Ma Panahi dà anche prova che non si può uccidere la forza del racconto, la stessa che è straripata in rete dalle strade, dai cellulari, su twitter, da qualsiasi mezzo che potesse documentare quello che succede nell’Iran di oggi.
Nell’ultima, straordinaria scena, il suo cinema raggiunge i massimi livelli. Il regista discute del futuro del paese con un giovane, che lavora saltuariamente come portinaio nel palazzo, su un ascensore che sembra inabissarsi nelle tenebre in cui è sprofondato l’Iran. Fuori, il fuoco incendia le strade della capitale, intravisto dalle sbarre di casa, rischia di bruciare anche l’ultimo cenno di speranza.
Titolo originale: In film nist
Nazione: Iran
Anno: 2010
Genere: Documentario
Durata: 75′
Regia: Jafar Panahi
Cast: Jafar Panahi, Mojtaba Mirtahmasb
Produttore: Jafar Panahi Film Productions
Distribuzione: Cinecittà Luce
Data di uscita: Cannes 2011