Tintoretto contro tutti

Riproposta a Venezia una delle più affascinanti vicende della storia dell'arte: la competizione pittorica, tenutasi nel lontano 1582, per la decorazione della sala del Gran Consiglio

Per ottenere la prestigiosa commessa per la realizzazione della grande tela del “Paradiso” accorsero nel 1582 a Venezia alcuni tra i principali artisti dell’epoca. Tra i quali Paolo Veronese, Francesco Bassano, Jacopo Palma il Giovane e Tintoretto. Nella Sala del Gran Consiglio di Palazzo Ducale, a Venezia, una mostra ricostruisce finalmente la particolarissima vicenda di questo concorso.

Ad oltre quattro secoli di distanza, i Musei civici veneziani ricostruiscono la competizione artistica che la Serenissima bandì per la realizzazione della più grande tela al mondo, il “Paradiso”, destinata ad ornare la sala del Maggior Consiglio, il “governo” della Repubblica marinara.

Una straordinaria esposizione all’interno di Palazzo Ducale, dal titolo “Il Paradiso di Tintoretto”, torna infatti a riunire, per la prima volta, le opere che alcuni tra i più grandi pittori dell’epoca avevano appositamente preparato per prender parte alla singolare sfida. Sono così esposte le varie interpretazioni del tradizionale motivo religioso, rigidamente definito dal committente, elaborate da maestri del calibro di Paolo Veronese, Francesco Bassano, Jacopo Palma il Giovane e naturalmente Tintoretto, l’esecutore finale dell’opera. Naturale che i curatori Giandomenico Romanelli, Jean Haber e Maria del Mar Borobia Guerriero abbiano individuato proprio nel maestro veneziano il protagonista assoluto della mostra, attraverso la presenza di più opere che esprimono varie interpretazioni della tematica del “Paradiso”.

Dalle varie tele presenti si possono così riconoscere e confrontare i diversi approcci, sensibilità e riferimenti culturali, caratteristici di ciascuno di questi maestri. Un’operazione culturale finalmente possibile grazie alla collaborazione delle istituzioni che attualmente conservano le loro opere, tra le quali il Museo Louvre di Parigi e il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, coorganizzatori dell’esposizione. Inoltre, grazie a una speciale postazione informatica sarà possibile, come in un gioco, dare il proprio parere su chi avrebbe dovuto essere il vincitore. E non è affatto detto, alla luce dei diversi i canoni estetici dominanti nella nostra epoca, che il risultato finale sia lo stesso.

Il grande dipinto del Tintoretto, posto in un luogo particolarmente importante per la vita civile della città lagunare, avrebbe dovuto sostituire l’“Incoronazione della Vergine davanti alle gerarchie celesti”, comunemente nota come il “Paradiso” e realizzata nel 1365 dal Padovano Guariento. Infatti, l’antico affresco era stato danneggiata dal tempo e da un grave incendio scoppiato nel 1577 ed i suoi resti, recentemente in parte recuperati, sono anch’essi esposti a Palazzo Ducale.

Ma il vincitore del concorso, in origine, non fu l’artista veneziano: la prestigiosa commessa, infatti, era sta curiosamente assegnata a due pittori, il Veronese e Paolo Bassano, che avrebbero dovuto realizzarla assieme. Ma alla morte improvvisa del primo, nel 1588, la grande tela non era stata ancora completata, probabilmente anche a causa delle divergenze tra i due maestri, e solo così l’incarico venne dato al Tintoretto, che dipinse il suo “Paradiso” con l’aiuto del figlio Domenico.

La storia della particolarissima vicenda del concorso ebbe un ulteriore seguito: al giovane Palma, che tra i vari concorrenti si rivelò portatore delle proposte più originali, venne affidata la realizzazione di un “Giudizio Universale”, nella sala contigua a quella del Maggior Consiglio. Si completava così un percorso verso la meta finale, la redenzione, in cui si intrecciavano simbolicamente e indissolubilmente spiritualità e politica.

Rimane l’interrogativo circa la ragione che indusse la Repubblica Serenissima, caratterizzatasi storicamente per la propria laicità, avesse voluto confermare un soggetto sacro per decorare la sala che ospitava la principale magistratura del suo governo. Dietro a questa scelta vi furono probabilmente ragioni d’opportunità e di rispetto per l’autorità religiosa, tanto importante per la popolazione veneziana. Le medesime istanze che persuadevano le autorità civili della città lagunare, in occasione delle festività del Redentore e della Madonna della Salute, ad attraversare in processione il ponte di barche sul Canal Grande per inchinarsi di fronte all’altare e al Patriarca.

La mostra fornisce inoltre importanti chiarimenti sul perché, tra i vari contendenti, alla fine fosse stato preferito proprio il Tintoretto. E il pubblico, oltre ad ammirare questi capolavori con i propri occhi, potrà per una volta esprimere il proprio giudizio. Per ribaltare, oppure confermare, la decisione presa nel 1582.

“Il paradiso di Tintoretto”
Palazzo Ducale, Piazza San Marco, Venezia
Dal 9 settembre al 3 dicembre 2006
Orario fino al 31/10: 9:00-19:00 (biglietteria 9:00-18:00)
Orario dal 1/11: 9:00-17:00 (biglietteria 9:00-16:00)
Biglietti: intero € 12,00; ridotto € 6,50
INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI: www.museiciviciveneziani.it
call center 0415209070, mkt.musei@comune.venezia.it