Reduce da una tournée trionfale in Europa e, più recentemente, in quasi tutto il Veneto, La trilogia della villegiatura non ha mancato di fare tappa a Mestre senza deludere le aspettative.
Per allestire la Trilogia della villeggiatura ogni regista deve destreggiarsi con la riduzione delle tre commedie, che compongono il racconto, in una: un’operazione piuttosto complessa che non deve ledere l’omogeneità della trama, ma nemmeno far perdere quella miniera di caratteri, così preziosa per leggere il testo non solo cronologicamente, che riassume, come summa nella figura di Giacinta, tutto l’universo umano del Goldoni commediografo.
Toni Servillo con la compagnia del Teatro di Napoli ha voluto, come giusto, dare spazio alla dimensione umana dei personaggi più che alla messa in scena, seppur affatto banale, con il primo e il terzo episodio di ambientazione interna ed il secondo all’aria aperta alla luce di un sole sempre più velato di malinconie e doveri.
Il perno dell’intera vicenda è la storia di Giacinta, figlia di Filippo, un padre che sembra succube e impotente di fronte alla volontà della figlia. “Io ho questo di buono: faccio fare alla gente tutto quello che voglio” è la massima che meglio riassume il carattere di questa ragazza, che alle smanie per la villeggiatura unisce una ricerca e un puntiglio nell’accomodare le cose che pare innato ed immutabile. Spiegare il cambiamento involutivo che la porta alla fine del terzo episodio a sposarsi con un uomo che non ama, a lasciare la natia Livorno per trasferirsi a Genova e soprattutto ad abbandonare un uomo che ricambia il suo amore, è cruccio di molti studiosi.
La messa in scena di Servillo lascia libero lo spettatore di pensare tanto che chiunque non si possa sottrarre alle convenzioni sociali a prescindere dal carattere, quanto che l’indole e il carattere di Giacinta non siano quelli che appaiono.
Brio, ritmo, verve ben ponderati con un sottile afflato malinconico e riflessivo che ne evidenzia la componente esistenziale, riconoscono il meritato successo alla commedia, ma gli applausi a senso unico durante tutto lo spettacolo all’indirizzo di Servillo, per altro spassosissimo nel ruolo di Ferdinando, non rendono il giusto tributo a tutta la compagnia meritevole quanto il suo concertatore.
“La trilogia della villeggiatura ” di Carlo Goldoni
Regia: Toni Servillo
Compagnia/Produzione: Piccolo Teatro di Milano/Teatri Uniti
Cast: Andrea Renzi, Eva Cambiale, Toni Servillo, Tommaso Ragno, Paolo Graziosi, Anna Della Rosa, Gigio Morra, Betti Pedrazzi
Durata: 3 ore