“Tutti i battiti del mio cuore” di Jacques Audiard

A Parigi un dramma metropolitano aspro, feroce, inatteso

Dal regista di “Sulle mie labbra” (“Sur mes levres”, 2001) Jacques Audiard, un dramma notturno brutale, teso, stridente ambientato in una Parigi inusuale al cinema nella quale si trascina l’ambigua vita di un giovane agente immobiliare poco pulito combattuto tra il suo losco lavoro e la passione per la musica classica.

“Rapsodia per un killer” (“Fingers”, Usa 1978) dell’ultimo indipendente americano James Toback, era l’allucinante iniziazione alla violenza di un giovanissimo Harvey Keitel lacerato tra la carriera del gangster e quella del pianista, ambientata nel mondo del racket delle scommesse e della prostituzione di New York.

“Tutti i battiti del mio cuore” si ispira a quel film.
Al posto di Harvey Keitel nel ruolo del protagonista il nuovo volto della Francia Romain Duris, lo Xavier de “L’appartemento spagnolo” (2001) e “Bambole russe” (2004) di Cédric Klapisch e il gentiluomo di “Arsène Lupin” (2003) di Jean-Paul Salomé.
Qui maledetto, controverso, tormentato, senza scrupoli intermediario immobiliare che vive all’ombra della figura ingombrante e oppressiva del padre (Niels Arestrup) e vorrebbe diventare pianista come la madre morta anni prima.

Da una parte Tom vive nell’illegalità e nella violenza, tra affari loschi e soldi sporchi, incursioni notturne selvagge in case da liberare, spedizioni punitive, serate tra piste di cocaina e alcol. Copre l’amico e collega che tradisce la moglie la quale a sua volta diventerà la sua amante.
Dall’altra, in privato, aiutato da un’insegnante cinese (Linh Dan Pham, la Camille di “Indocina” di Régis Wargnier, 1992) che non parla una parola di francese con la quale comunica solo tramite il linguaggio della musica, si dedica anima e corpo al pianoforte in previsione di un’importante audizione.
Sembra che l’incomunicabilità e la solitudine siano le condizioni con le quali lui è abituato a convivere e che la musica e la muta condivisione di questa passione con la pianista orientale siano le uniche cosa che lo facciano stare bene.

Audiard mostra una Parigi notturna poco vista sul grande schermo fatta di dedali di strade e vicoli umidi e malfamati.
Non quella solita e maestosa degli Champs Elysées o quella romantica di Monmartre, ma la Parigi dell’edilizia popolare e dei locali di second’ordine di una periferia sporca e pericolosa.

Jacques Audiard scrive con Tonino Benaquista e dirige con sguardo lucido, asciutto privo di ogni patetismo e clemenza, un film dal respiro internazionale nel quale tira aria da “Mean Streets” e “Taxi Driver”.
Un film crudo, a tratti furioso, che sfugge a qualsiasi definizione ed etichetta, a metà tra il noir, thriller e il gangstater movie.
Il montaggio sincopato, l’ uso frequente della camera a mano e musiche martellanti danno al film un’atmosfera torbida, volutamente sgradevole e contraddittoria nella quale atti di rabbia e violenza si alternano ai momenti più sublimi al pianoforte.

Impeccabile ed eccitante è la colonna sonora curata da Alexandre Desplat che varia dalle sinfonie di Bach, Chopin e Debussy alla house music di “Breathe” dei Telepopmusik e ha valso al film l’orso d’argento al 55° Festival di Berlino.

Il regista francese non riesce a emozionare e sconvolgere come Scorsese e Romain Duris non ha la faccia veramente dannata e sporca di un Harvey Keitel.
“Tutti i battiti del mio cuore” tuttavia stravolge le aspettative del pubblico che, tratto in inganno dal titolo, potrebbe aspettarsi un film sentimentale sulla musica classica.

Curiosità: il titolo originale del film “De battre mon coeur s’arrêté” è un verso della canzone “La Fille du père Noêl” di Jacques Lanzmann e interpretata da Jacques Dutronc.

Titolo originale: De battre mom coeur s’est arrêté
Nazione: Francia
Anno: 2005
Genere: Drammatico
Durata: 107’
Refia: Jacques Audiard
Sito ufficiale: www.wellspring.com
Cast: Romain Duris, Aure Atika, Emanuelle Devos, Niels Arestrup, Jonathan Zaccai, Gilles Cohen, Anton Yakovlev.
Distribuzione: Bim
Data di uscita: 11 novembre 2005