“Tuo fratello fu per tutti noi una tromba, la tromba del nuovo mattino…” Così gli amici pittori, ancora sgomenti per la tragica morte dell’artista, precipitato dal balcone di Palazzo Pesaro, scrivevano al fratello di Ugo Valeri il poeta Diego un tempo dominante con le sue orecchiabili rime nei libri di elementari e medie. Protagonista di una mostra monografica di qualche anno fa, il Museo degli Eremitani di Padova ne ripropone ora l’opera con un’ampia antologica mai realizzata prima.
Si sono raccolte un centinaio di opere alcune delle quali inedite per restituire in pieno a questo artista lo spessore che gli spetta. La sua città natale, la veneta Piove di Sacco assieme alla Banca di Credito Cooperativo, e l’Assessorato alla Cultura della Regione, ha affidato alla curatrice Virginia Baradel, l’allestimento aggiungendo al nucleo cospicuo delle sue opere, un centinaio, quelle di suoi contemporanei e in molti casi, amici. Si è in tal modo riusciti a rendere lo spirito del tempo, facendone rivivere costumi, acconciature, modus vivendi intuibile negli atteggiamenti e dalle espressione dei volti da lui scelti in un ampio ventaglio sociale.
Artista da alcuni definito “maledetto” nel senso di tormentato, segnato da un premonitore senso tragico anticipatore della sua morte assurda nella sua drammatica banalità, per essersi troppo sporto da una finestra. Caso o intenzionalità? Non ci è dato saperlo ma per rispetto verso l’uomo e l’artista occorre sorvolare sul dato esistenziale per soffermarsi sulla sua opera analizzandone i numerosi schizzi, le illustrazioni per libri, riviste, giornali, sorridendo alle sue innocue vignette satiriche, ove la caricatura non è mai offensiva, né volutamente cattiva.
Immerso in un periodo in cui stili, suggestioni, anticipazioni si confondevano in una miriade di proposte e di novità, Valeri ne approfitta per una esplicita critica sociale, non cedendo all’informale ma proseguendo sulla tradizione realista e verista. I colori sono a volte spenti ma per lo più smaglianti nelle loro sfumature ocra e gialle.
Disegna affiches che reggono il confronto con quelle più famose di Dudovich o Cappiello, mentre nella resa dei paesaggi supera i clichè ottocenteschi che prediligevano prati fioriti e papaveri in fiore, per raffigurare paesaggi urbani, in via di progressivo deterioramento per l’avanzare dell’industria e dei fumi delle ciminiere. E’ il poeta della strada. Egli stesso affermava che il suo studio è la strada: dandy, prostitute, avvinazzati furono parte del suo stile e la sostanza ispirativa del suo fuoco interiore. Si è tuffato nel moderno con il suo segno grafico personalissimo facendosi interprete di una dinamica di mutamento culturale. Toglierlo dal dimenticatoio è un grande atto di coraggio da parte dei dirigenti della Banca di Piove di Sacco che sanno sapientemente investire nella cultura.
Le figure delle sue tele si stagliano nell’indistinto, rapite in un tormentato spazialismo, insinuanti come apparizioni refrigeranti o stordenti nella loro pungente denuncia. Lo si accosta a Toulouse Lautrec ma più ancora alla beffarda, vivace, tragica e umanissima ironia di Grosz.
Il corpus delle sue opere è sufficiente per farne un protagonista di primo piano lasciando un retro gusto amaro al pensiero di quali fecondi sviluppi sarebbe stato artefice, se un destino ingiusto non ne avesse prematuramente stroncato l’esistenza.
UGO VALERI (1873 – 1911). Volto ribelle della Belle Epoque.
Padova, Civici Musei agli Eremitani (Piazza Eremitani)
dal 20 aprile al 15 luglio 2013
Diretta da Davide Banzato e curata da Virginia Baradel e Federica Luser.
Orario: tutti i giorni dalle 9 alle 19 (lunedì chiuso)
Ingresso ai Musei, alla Cappella degli Scrovegni e alla Mostra:
interi euro 13, ridotti euro 8
Informazioni e prenotazioni: tel 049.8204551