UN’ALTRA TAPPA DEL LUCKY BRAND JEANS A RONCADE

Per il palco Urlo? si esibiranno domani Christian Rainer, Alessio Bonomo e Diego Mancino

Un altro appuntamento con la manifestazione Lucky Brand Jeans è previsto domani (venerdì 16 febbraio) al New Age di Roncade. Anche in questa serata i protagonisti saranno tre artisti emergenti:Christian Rainer, Alessio Bonomo e Diego Mancino. Tre artisti diversi che incarnano modi diversi di vedere e fare musica, ma comunque tre musicisti con tanta voglia di suonare e di far ascoltare la propria musica. Per poter capire meglio cosa significa cercare di emergere nel panorama musicale italiano abbiamo intervistato Rainer e Bonomo.

D: Com’è iniziato il tuo percorso artistico?

C.R.: E’ Iniziato tra i 4 e gli 8 anni con delle fitte al fianco, delle tele da 20 centimetri coperte di tempera blu e bianca, gli occhiali che volevo anche io su imitazione di quelli di mio fratello, l’invenzione di una scrittura incomprensibile e la convinzione di avere dei super poteri.

A.B.: Ho iniziato credo un po’ come tutti scrivendo le prime canzoni in privato a casa nella mia stanza. Inizialmente non credevo di poterle cantare io direttamente e non dicevo a nessuno neanche in famiglia che scrivevo canzoni. Poi un giorno risposi ad un annuncio: una compagnia teatrale cercava musicisti e cantautori da integrare in uno spettacolo. Feci ascoltare loro una canzone che avevo scritto, si chiamava “Palchi e pagine”, parlava di Eduardo De Filippo. Ne rimasero molto affascinati, mi convinsi ad interpretarla io direttamente, la registrammo e diventò una specie di
sigla che apriva lo spettacolo. Preso coraggio inviai quella canzone registrata a qualche concorso, e ad un concorso conobbi una persona che mi invitò ad esibirmi a Roma all’Alexander Platz in una rassegna dove cercavano nuovi cantautori. Lì conobbi quello che sarebbe stato per molti anni il mio
Manager: Renato Venturiero. Arrivarono poi grazie a Venturiero i contatti con La Sugar di Caterina
Caselli la partecipazione a Sanremo e il primo disco: La rosa dei venti.

D.M.: Ho iniziato a fare musica nelle cantine,come tutti…sperimentando prima la tensione della musica punk poi la diffusione della psichedelia..sono arrivato alla canzone d’autore dopo aver sfogato tutta l’irruenza e la rabbia che era necessaria.

D: Quali sono le maggiori difficoltà che un artista emergente incontra?

C.R.: Per un artista che lo è davvero non esistono difficoltà, tranne quella di sopravvivere a se stesso. Del resto il nemico numero uno dell’ arte e della vita è la burocrazia, che ne è l’esatto contrario. La burocrazia italiana poi è quella più disumana di tutte.

A.B.: Personalmente le difficoltà più grandi che ho incontrato hanno riguardato il far accettare ai miei discografici un modo di scrivere che per me era naturale ma che era considerato da loro -pur se affascinante- troppo lontano da ciò che il mercato poteva accogliere.

D.M.: È molto difficile creare una propria identità artistica, cercare una forma espressiva personale…ma certo anche avere corrispondenze con le case discografiche non è uno scherzo..comunque fare musica in Italia è una sfida che ha a che fare con la cultura del paese fare un disco a volte può
diventare una forma di resistenza.

D: Come sono i tuoi rapporti con le case discografiche da una parte e con il pubblico dall’altra?

C.R.: Al pubblico piace quello che faccio, ma non perché condivida i miei gusti o si senta in linea con il mio universo, piuttosto perché percepisce la natura di un lavoro che ha radici molto più in profondità di una banale decisione a tavolino di organizzare un tour o mettersi a registrare un album. Inquanto alle case discografiche, ho per ora (e per fortuna) avuto poco a che fare con loro. Ora sono stato preso a bordo dalla Komart Music che ha deciso di avventurarsi nel malsano mondo dell’editoria musicale con un prodotto malsano come il mio. Mi sto forse impelagando in qualcosa di tristemente legale di cui un giorno mi pentirò…però faccio sempre in tempo a scappare in un altro Paese.

A.B.: Con le case discografiche in linea di massima ho un rapporto di diffidenza, mi sembrano oramai in crisi strutturale, troppo lontane sia dalle esigenze del pubblico sia dalle necessità degli artisti. Col pubblico invece ho un buon rapporto, di rispetto. Mi sembra che le persone se pur molto distratte e disabituate ad interessarsi alle attività di artisti e musicisti, quando poi si trovano anche per caso davanti a qualcosa che ha una sua forza ed una sua verità, magari ad un concerto, cominciano ad interessarsene, a incuriosirsi e magari a lasciarsi emozionare.

D.M.: Le case discografiche sono una parte del percorso di un disco..io cerco di avere un rapporto umano con chi lavora i dischi..ammetto che non è sempre facile..a volte i problemi sono legai al coraggio a volte il confronto è una questione di numeri..cifre..denaro…ma questo è anche logico. Il pubblico invece lo vivo come un’entità che deve crescere insieme a me..creare un legame con chi mi ascolta è importante..un po’ come fare parte di una setta segreta.

D: Quali sono le maggiori difficoltà nel trovare ingaggi per suonare dal vivo?

C.R.: Le maggiori difficoltà, ancora una volta, sono date dallo Stato, l’Enpals, la Siae, ovvero da chi nascondendosi dietro il pretesto (e presunzione) di fare i tuoi interessi, gestisce attività di vera e propria mafia legalizzata a discapito dell’arte e di chi la crea. Chi deve ospitare un qualunque evento ne esce demotivato, impaurito e scoraggiato. Poi c’è anche da dire che chi dovrebbe sostenere la musica e l’arte è spesso dotato unicamente di una bieca mentalità da commerciante, il che stona decisamente con temi quali la ricerca, la poetica ed il talento.

A.B.: Le maggiori difficoltà consistono nel fatto che per i locali oramai è troppo rischioso investire sulla musica dal vivo, su musicisti nuovi. Come dicevo prima il pubblico parte da una condizione di disincanto quindi difficilmente và a vedere emergenti a scatola chiusa, non ci va neanche se l’ingresso è gratuito. Credo che tutto questo dipenda dal fatto che per troppi anni è stata diffusa brutta musica, drogata ed imposta solo grazie a strategie di mercato. Con il progetto “Lucky Brand Jeans free live tour/4ventiLIVE” e i tour che ne conseguono (www.lbjfreetour.it), si vuole stimolare la curiostità nel pubblico per farlo ritornare a partecipare, anche se non conosce l’artista che si esibisce.

D.M.: La difficoltà sta nel fatto che il pubblico italiano è disabituato alla musica dal vivo..nei locali detta legge la discoteca..in fondo si sa che il disimpegno culturale sta rallentando la crescita sociale…ma i musicisti ci saranno sempre..nonostante le difficoltà nonostante la televisione nonostante la discoteca. Credo sia necessario suonare le nostre canzoni per dimostrare che questo paese non è arreso e che il futuro è ancora in discussione.

D: Quali sono i tuoi prossimi impegni?

C.R.: È molto lungo l’elenco delle cose in cantiere. Nell’immediato accendo la tv e vedo cosa danno; poi penso di fare una petizione per far abrogare la domenica dal calendario.

A.B.: Attualmente sto partecipando a questo stimolante tour organizzato dalla KomArt. Con il quale assieme ad altri artisti, Diego Mancino e Christian Rainer, stiamo girando per i maggiori club italiani, con la possibilità per quanto mi riguarda di poter proporre dal vivo sia brani che fanno parte del mio primo album sia canzoni nuove che faranno parte del prossimo “Un Altro mondo” la cui uscita è prevista per la primavera.

D.M.: Sto preparando il mio prossimo disco dopo aver lavorato e scritto canzoni per l’esordio di Roberto Dell’Era e Barbara Cavalieri e dopo un anno di collaborazioni con Reezophonic e Fabri Fibra…ora mi godo questo tour che poi è una sorta di riscaldamento per i concerti di primavera / estate..

www.christianrainer.com
www.alessiobonomo.com
www.diegomancino.it