Rosario e Milagros si incontrano a Madrid dopo anni dai tempi della scuola. Rosario vive con la madre anziana che sta scivolando verso la demenza, fa le pulizie in una banca da cui la licenziano, e si ritrova a vagare giorno e notte per la città con l’amica che di professione guida un taxi senza patente. I soldi finiscono presto tra birre e ristoranti, urge un nuovo lavoro, e le amiche si fanno assumere come netturbine. Rosario fatica ad accettare la sua condizione di donna sola con un lavoro che detesta, e la madre in continuo peggioramento, mentre per Milagros la vita è sopportabile perché accanto a lei c’è l’amica, e riesce anche ad improvvisare una danza tra le immondizie ad espressione del suo animo giocoso. L’equilibrio tra le due si rompe quando Rosario inizia una relazione con il collega Tricheco, e di qui si susseguono gli accadimenti tra amore, morte, ed un incontro sorprendente che ne sconvolgerà le vite.
Secondo lungometraggio della regista Angeles Gonzàlez Sinde, da poco Ministro della Cultura in Spagna, il film ha ricevuto nel 2008 il Premio della Critica spagnola, e viene presentato per la prima volta in Italia in concorso al Festival Schermi d’Amore.
Ancora una regista a parlare di donne, amore e amicizia: dov’è la novità?
In realtà il forte legame tra Rosario e Milagros è il pretesto per indagare i sogni e la disperazione di persone che vivono ai margini della società e non sanno come uscire dalla loro condizione, ma nel frattempo riescono anche a ridere e vivere momenti esilaranti che ne stemperano le tragedie.
Ecco che la regista prende un tema banale e quotidiano, e ne esce con originalità, ricoprendo i drammi con lo smalto dell’umorismo, a volte declinato con una vena surreale già cara ad altro cinema spagnolo, Almodovar in primis.
Rosario annuncia: “Che vita! è meglio suicidarsi”, poi va da un prete e gli racconta la sua vita sessuale, ha le apparizioni dei morti e del padre che l’ha abbandonata, rimprovera Milagros perchè raccatta la spazzatura e si porta a casa un mondo di oggetti, da una statuetta fluorescente di Cristo, ad una griglia per cucinare, a qualcosa di veramente inaspettato ed incredibile.
Lo spettatore percepisce quanto dolore ci sia stato e continui a permeare queste vite, ma nello stesso tempo è trascinato in momenti rocamboleschi dove tutto si mescola, sacro e profano, onirico e tristemente reale, con elementi magici a volte esilaranti.
La prova di Rosario-Malena Alterlo appare superlativa, come quella delle attrici che interpretano Milagros e la madre, resta solo la sensazione di troppa carne al fuoco, troppi sentimenti e storie da raccontare, che attaversano il passato dei protagonisti e ne segnano il presente.
Sceneggiatura: Angeles Gonzales-Slinde.
Interpreti: Malena Alterlo (Rosario), Esperanza Pedreno (Milagros), Antonio de la Torre (Morsa).
Fotografia: (col): David Omedes.Durata: 98′
Musiche: Julio de la Rosa.
Produttore: Jose Antonio Felez, Anton Reixa..
Produzione: Tesela Producciones Cinamtogrficas, Filmanova.