Un bravissimo Paolo Hendel a Bologna tra satira e parodia

Domenica 4 marzo è andato in scena "Molière a sua insaputa" al Teatro delle Celebrazioni

Bisogna dirlo: è stato più bravo del solito Paolo Hendel in questo suo Molière bolognese, e con lui tutto lo staff, quello personale ed anche quello del Teatro delle Celebrazioni.
Molière è approdato a Bologna grazie a uno spettacolo di Paolo Hendel

Lo è stato per lo spettacolo allestito (simpatico, scorrevole, piacevole e molto azzeccato nelle scelte di parodia), ma soprattutto per aver tenuto testa a una serie di sfortune a cui è andato incontro malgrado l’impegno e l’attenzione di tutti.

Inizialmente, infatti, l’arrivo di Hendel alle Celebrazioni era previsto per un altro giorno, nel quale però la neve ha deciso di imbiancare Bologna e costringere quindi a rimandare la data. Pazientemente, si fissa un nuova serata, il 4 marzo appunto, ma ecco che pochi giorni prima accade il triste fatto di Lucio Dalla e quindi lo spettacolo va a coincidere esattamente con il giorno dei funerali del cantautore. Ricordato, ovviamente, anche da Hendel stesso e dal suo staff prima di salutare la platea.

Nonostante tutto, la serata è riuscita molto bene e di risate se ne sono fatte davvero tante, seguendo le fila di una buffa presa in giro della società moderna, messa a confronto con l’ormai lontano e sorpassato (ma sarà poi del tutto vero?) XVII secolo.

Parodia e satira sono le chiavi di lettura con cui va affrontato Molière a sua insaputa, uno spettacolo che fa il verso a tutte quelle manifestazioni più discutibili dell’Italia contemporanea: la tv da audience, certi talk show, l’editoria di basso livello (libri dal titolo di “Strategismi sentimentali”, ad esempio), la pubblicità “occulta” e quel giocare sui sentimenti – a volte davvero senza vergogna – pur di alzare i dati dell’Auditel (anche se in fondo un po’ si è scusati, o almeno così si crede: “La gente ha bisogno dei ciarlatani e delle loro favole, l’unica cosa che il pubblico desidera è tornare a casa con il buonumore”).

Per chi trova certe manifestazioni estetiche e mediatiche della società moderna una spina nel fianco, Hendel è una boccata d’aria fresca. Ma c’è anche da dire che, se certo fanno sorridere le parodie della tv generalista che tutti noi conosciamo bene, viene da ridere ancora di più se ad essere messe al vaglio non sono più tutte quelle forme esplicitamente “basse” della società, ma – al contrario – proprio quelle più colte e raffinate (o che almeno si dichiarano tali).

Così, il momento forse più esilarante dell’intero spettacolo finisce per essere non tanto la scenetta della tipica casalinga che incontra il suo amato dopo venticinque anni di lontananza (già di per sé divertentissimo), ma quella in cui il gruppo teatrale alternativo e sperimentale di turno reinterpreta Molière alla luce di un lungo ed accurato studio sui sensi e significati del testo (che l’autore stesso definisce: “Una ricerca tutta vostra e vostra resta!”). Il che equivale a chiedersi quanto di vero e sensato e quanto invece di completamente aleatorio esista nelle espressioni più “colte” della cultura e dell’arte moderna.

Ad accompagnare Hendel in questa sua rappresentazione satirica dell’oggi, tre bravissimi attori che entrano ed escono da più ruoli: Maria Pilar Pèrez Aspa, Laura Pozone e Mauro Parrinello. La regia del progetto (di Leo Muscato e Paolo Hendel) è stata invece affidata a Leo Muscato, che si è avvalso della collaborazione di Carla Ricotti per le scene e i costumi e di Alessandro Verazzi per le luci.

Dunque, se di certo non tardano ad emergere l’ipocrisia e la falsità del mondo moderno – ma forse sarebbe il caso di dire del genere umano – non è però altrettanto vero che va persa tutta la speranza nell’oggi e nel domani. In particolare, il presente e il futuro vengono affidati all’arte, su cui Hendel sceglie e recita una frase, in grado di riassumere da sola il senso dell’intera essenza artistica. Ai giovani attori in cerca di consigli, Hendel/Molière dice infatti: “Smettete di chiedere consigli e cominciate invece a guardare dentro di voi, rivolgendovi una domanda: moriremmo se non esistesse tutto questo? Se la risposta è sì e quindi l’arte è sinceramente frutto di una necessità interiore, allora andate avanti”.

Il prossimo spettacolo al Teatro delle Celebrazioni è previsto per il 9 e 10 marzo con il simpaticissimo Alessandro Siani.

www.teatrocelebrazioni.it