“Undici minuti” di Paulo Coelho

L'amore è un sogno, l'amore è impossibile

Nelle librerie italiane è uscito nel novembre del 2003 il nuovo libro di Paulo Coelho, Undici minuti.
Con questo romanzo il celebre scrittore sudamericano cerca di superare lo stile sentimentale e fiabesco che caratterizza le sue opere precedenti per esplorare un lato più oscuro dell’esperienza umana.

Maria è una giovane donna che vive in una sperduta cittadina del Brasile.
Per lei l’amore è un sogno, l’amore è impossibile.
A soli undici anni ha capito quanto sia facile perdere qualcuno- basta una parola non detta, un sorriso non ricambiato per timidezza o per paura.

Successivamente non è più riuscita ad innamorarsi di nessuno: “Coloro che hanno toccato la mia anima- dice Maria- non sono riusciti a risvegliare il mio corpo, e coloro che hanno accarezzato il mio corpo non sono stati in grado di raggiungere la mia anima”.
L’obiettivo della protagonista è comprendere l’amore; la vita e la sete d’avventura la porteranno a lasciare il suo paese e i suoi affetti per andare a vendere il suo corpo in una terra straniera.

Catapultata in una realtà tanto dura, la giovane è piena di contraddizioni: soffoca di nostalgia per la famiglia e per la vita tranquilla che ha lasciato, sogna di ritornare e di mettere in piedi un’impresa agricola che garantisca un futuro sereno ai suoi genitori; d’altra parte, però, è fredda e determinata nello svolgere il “mestiere”e sente che le sarà difficile rinunciare al denaro ed alla sensazione di potere che la sua capacità seduttiva le garantisce. Inoltre, pur essendo un’amante esperta e consumata, non riesce a raggiungere il piacere nel rapporto con un uomo: nel suo profondo è sola ed incapace di entrare in contatto col suo stesso corpo, di dare valore ad una sessualità mortificata e ridotta a oggetto di scambio.

Sarà grazie a due uomini molto diversi fra loro che Maria esplorerà le sue due anime: quella oscura, che gode nel subire ed infliggere sofferenza; quella mistica, capace di coniugare sensualità ed unione profonda con l’amato.
Entrambi la aiuteranno a rimettere in contatto sesso e spiritualità, spezzando l’isolamento in cui si era rinchiusa.
Il romanzo nella sua interezza, a partire dalle citazioni che ne costituiscono l’incipit, si gioca sulla contraddizione fra perversione e purezza della natura della donna.

I due opposti sono inscindibili: come suggerisce l’inno ad Iside riportato nella seconda pagina, “scandalosa” e “magnifica” sono attributi di un’unica dea- incarnazione del femminile, del suo mistero e della sua ambiguità.
Molte pagine sono avvincenti e ricche di spunti di riflessione; a tratti invece, specialmente nella parte finale, lo stile risulta appesantito da un intellettualismo a mio avviso troppo marcato, che non riesce a superare il gusto per un’insistita trasgressione e ad arrivare al fondo dell’anima.

Mondolibri, Milano, 2003