Orizzonti
Maggio ’68: a Cannes alcuni autori si oppongono all’apertura del Festival come atto di solidarietà nei confronti di studenti ed operai; Truffaut sale sullo schermo e lo taglia con un rasoio, Malle conferma la tesi: “Trovo ridicolo continuare il Festival mentre siamo in mezzo ad un particolare momento storico con cui striderebbero mondanità e cene in abito da sera”.
Agosto ’68: a Venezia un gruppo di cineasti e autori di sinistra scatena una contestazione contro la Mostra del cinema che ne ritarderà l’apertura di 48 ore. L’intenzione originale dei protagonisti era quella di attaccare lo Statuto della Mostra che non era mai cambiato dall’epoca fascista; si chiedeva un festival libero in cui la selezione non fosse patrocinata dagli stati che presentavano i film, ma scaturisse come libera scelta di un gruppo di critici.
In realtà la rivolta lunga due giorni, portò con sé un deterioramento del Festival che lo rese minore e ne fece perdere lo smalto internazionale; fu necessario un grosso lavoro a Venezia per rinascere come rassegna degna di nota, e ciò avvenne solo undici anni dopo sotto la direzione di Lizzani.
Oggi un documentario di Antonello Sarno fa rivivere quei due giorni, attraverso filmati d’epoca (provenienti dall’Archivio Storico delle Arti contemporanee, del Movimento operaio e Democratico, e della Biennale) e interviste quaranta anni dopo a protagonisti e testimoni di allora.
Davanti alla telecamera scorrono i volti di Faenza, Cavani, Gregoretti, Montaldo, Rondi, Zavattini, ognuno a ripescare nella memoria per ricordare il senso della propria protesta di allora. E’ noto che l’età rende più saggi, e quasi tutti gli intervistati guardano con ironia e prendono le distanze dalla loro marcia sul Lido. Lina Wertm?ller sorride sardonica “non mi ricordo neanche perché contestavano, é più facile distruggere che costruire”. Faenza: “La maggior parte dei cineasti si è quasi sentita in dovere di affossare il Festival. Rivisto oggi non mi ricordo più nemmeno le vere motivazioni”.
Nella mente dello spettatore che assiste alla carrellata si fa strada l’idea di un gruppo di registi ora pentiti che nel ’68 soggiornava al Grand Hotel sul Canal Grande e nel frattempo giocava alla rivoluzione, comportandosi come un’armata Brancaleone che alla fine dei due giorni “smobilitò alla spicciolata” come ammette un Gregoretti particolarmente ironico.
Non ce la può raccontare Steve Della Casa che ha realizzato il documentario insieme a Sarno e ne difende su Il Manifesto il punto di vista asettico ed imparziale: “Non c’è voce fuori campo, tutto il commento sonoro è affidato alle parole degli intervistati”.
In realtà l’autore accosta abilmente le immagini di un contestatario Zavattini portato via dalla polizia con la sedia stessa, a quelle degli operai di Marghera che protestano per ben altre ragioni in Piazza San Marco, e tutto il lavoro è percorso da un sottile senso del ridicolo per chi faceva il rivoluzionario mentre negli stessi giorni Praga veniva invasa.
Evento mediatico? Senz’altro il furbetto documentario di Sarno sarà anche questo, viste le polemiche che l’hanno anticipato da parte del regista Citto Maselli e di M?ller stesso: “Al suo documentario rivolgo un’unica critica, aver trascurato un testimone-chiave di quegli eventi, Tullio Kezich”.
Titolo originale: Venezia ‘68
Nazione: Italia
Anno: 2008
Genere: Documentario
Durata: 39′
Regia: Antonello Sarno
Sito ufficiale:
Cast: Ugo Gregoretti, Lina Wertmüller, Gian Luigi Rondi, Liliana Cavani, Giuliano Montaldo, Italo Moscati, Maurizio Ponzi, Roberto Faenza, Luciana Castellina, Carlo LizzaniData di uscita: Venezia 2008
foto a cura d Francesca Vieceli Copyright © NonSoloCinema.com – Francesca Vieceli