“Va dove ti porta il clito” di Daniele Luttazzi

La pungente satira di Luttazzi conquista il Teatro Nuovo

‘Va dove ti porta il clito’, del 1994, è la satira pungente e corrosiva di Daniele Luttazzi di un famigerato bestseller di Susanna Tamaro, “Va’ dove ti porta il cuore”, definito dallo stesso Luttazzi un bestseller per zitelle.

Il libro della Tamaro, incentrato sui sentimenti e gli affetti familiari, ha incontrato un grande successo di pubblico diventando un vero e proprio “caso” letterario: scritto in forma epistolare, ha il suo cuore nella confessione che una anziana signora fa alla propria nipote, facendo emergere una silenziosa menzogna che ha travolto la sua famiglia.

Luttazzi sottopone al vaglio di una critica dissacrante il sentimentalismo e l’insieme dei valori sbandierati dal testo originale, “pathos e valori che, a 12 anni di distanza, sono diventati programma di governo e incubo esistenziale per molti”. L’operazione satirica da lui compiuta fu oggetto di una querelle giudiziaria; infatti la Tamaro, trovando la parodia gratuita ed offensiva, volle protestare ed intraprendere le vie legali contro Luttazzi, accusandolo di plagio. La causa – e il successivo ricorso – fu però vinta da Luttazzi, anche perché la Tamaro si era forse ispirata ad un libro del 1973 scritto dal frate benedettino Jean-Marie Dechanet, con cui si notano molti temi in comune. Inoltre, da non dimenticare che a favore di Luttazzi e della sua operazione satirica si schierarono i nomi più importanti della critica, a dimostrazione della qualità dell’operazione satirico-lettaria svolta dal comico: Maria Corti, Guido Almansi, Patrizia Violi, Alberto Bertoni, Omar Calabrese.

Proprio la graffiante attualità del libro determina motivi non secondari per riproporlo oggi, “esercizio di realismo esplicito, aperto ai singulti di un riso irrefrenabile, che fu allo stesso tempo denuncia delle mostruosità che stavano incombendo e teatro attualissimo di una interiorità contemporanea, non pacificata”, come è definito nelle schede del tour. E la stessa reazione viva e partecipe di una sala gremita porta a testimoniare a favore di una brillante sincerità mista a grigio realismo, che sono poi i caratteri costitutivi di uno spettacolo che non smette di tenere viva l’attenzione perché capace di parlar di noi, della nostra realtà, e della meschinità che ci avvolge, ma attraverso una cinica e sana risata.

Un monologo che ritorna oggi sulle scene a dissacrare i tromboni e le loro verità precostituite, con l’intarsio ritmico di associazioni verbali e iconiche che valsero a Luttazzi il plauso della critica, il successo di pubblico e il Premio di satira politica “Forte dei Marmi” 1996. Inevitabile soffermarsi a evidenziare la capacità di sintesi brillante, unita ad un ritratto piacevolmente irriverente della nostra società, nota che suona tanto più stonata nel momento in cui Luttazzi si concede per un secondo un accenno al suo allontanamento televisivo, fingendo per un attimo di essere in diretta televisiva.
Nota stonata, si diceva, proprio perché inevitabile pensare all’ignoranza di un sistema mediatico che elimina dalla sua stessa esistenza uomini d’arte e cultura, solo per la propria incapacità di comprenderli. Perché la satira è cultura e arte, questo non lo si può negare, e lo stesso spettacolo di Luttazzi lo grida a chiare lettere, emancipandosi da ogni possibile condizionamento altro.

Non resta che andarlo a seguire dal 3 all’8 novembre al Teatro Nuovo di Milano, tappa del tour che, partito da Roma, dopo Milano si diriger verso Lugano, Genova, Gattatico (Re), Firenze, Napoli, Torino e Bologna.

Daniele Luttazzi, Va dove ti porta il clito
durata 120 min + intervallo
www.teatronuovo.itwww.danieleluttazzi.it