ROMA – Alla Casa del Cinema, la stampa ha incontrato il cast del film Un castello in Italia, terza prova alla regia di Valeria Bruni Tedeschi, dopo È più facile per un cammello (2003) e Attrici (2007), entrambi molto apprezzati dalla critica e all’estero.
La pellicola uscirà contemporaneamente in Italia (il prossimo 31 ottobre) e in Francia, dopo aver partecipato in concorso all’ultima edizione del Festival di Cannes. Come ha sottolineato con soddisfazione la regista, il film uscirà in lingua originale, recitato sia in italiano che in francese, perché la doppia cultura dei personaggi della storia, il loro sentirsi a casa sia in Francia che in Italia, è un elemento caratterizzante che sarebbe un peccato perdere.
Accanto alla Bruni Tedeschi, qui regista, co-sceneggiatrice e interprete, erano presenti altri tre attori del cast: Filippo Timi, Marisa Borini e Louis Garrel, ciascuno con un ruolo determinante nella storia, in quello che è a tutti gli effetti un film corale. La regista ha voluto subito mettere in rilievo questo aspetto del lavoro, puntualizzando che anche la sceneggiatura è frutto di una scrittura a sei mani: oltre a lei altre due autrici, Agnès De Sacy e Noémie Lvovsky.
Le prime domande rivolte a Valeria Bruni Tedeschi, sono state quelle relative alla forte componente autobiografica della storia, dove è impossibile non rintracciare elementi che rimandano ad alcune esperienze personali dell’attrice. E Valeria, con la sua consueta garbata leggerezza, ha risposto. Non ha negato gli elementi autobiografici, ma ha mostrato con dolce fermezza di non volerli sviscerare in questa sede, perché se la sua stessa vita ha influenzato l’elaborazione del film, è del prodotto finale di cui ora è giusto parlare.
E di parlare del film non si stanca di certo: si sofferma sul lavoro svolto sui personaggi, sulla scelta delle musiche, sui temi che ha cercato di sviluppare, primo fra tutti questo rapporto forte e e particolare tra un fratello e una sorella, in un’atmosfera che voleva guardare a Checov. Diversi sono i nomi che cita la Bruni Tedeschi, che a suo dire sono stati determinanti fonti d’ispirazione nella stesura della sceneggiatura: oltre a Checov, ha guardato anche al cinema italiano, dal Giardino dei Finzi-Contini di De Sica, a Salto nel vuoto di Bellocchio. I giornalisti che sono intervenuti hanno spesso messo in risalto, come peculiarità del film, il suo cercare di essere sempre in bilico tra due registri, quello comico e quello drammatico, cercando di armonizzare entrambi, senza bruschi cambi di registro.
Nel corso della conferenza molto spazio è stato dato anche agli attori presenti, ognuno dei quali ha spiegato come ha vissuto la lavorazione e la costruzione del proprio personaggio, aprendo anche parentesi su aneddoti legati alla lavorazione del film. In particolare, entusiasta l’accoglienza a Filippo Timi – qui decisamente a suo agio in ruolo insolito rispetto ai suoi standard – e a Marisa Borini, molto elogiata per la sua interpretazione delicata e originale.
Nella foto il cast di “Un castello in Italia” a Cannes.
Foto a cura di Alcide Boaretto Copyright © NonSoloCinema.com – Alcide Boaretto