Settimana della Critica 2013
La professoressa di tedesco entra in maternità, e purtroppo non sarà la sola a dover soffrire i dolori del “parto” di una gioventù in difficoltà.
Un inizio col botto per la “Settimana della Critica” di quest’anno: c’è una squadra nuova di selezionatori (guidata dal solito ottimo Di Pace) cui facciamo gli auguri e che dimostra di saper scegliere bene, se tutti i film della sezione saranno belli almeno la metà di questo Nemico di classe.
Quanto può essere destabilizzante per dei sedicenni vedere un’insegnante andare in permesso e subentrarle un nuovo “supplente vecchio stile”? A volte, sembra così destabilizzante da scatenare quella che in questo film si trasforma lentamente in una guerra atomica emozionale, con fuoco amico, schieramenti agguerriti e poco disposti ad addivenire a compromessi, e purtroppo “casualties of war” nella persona degli studenti più labili psicologicamente.
Lo sloveno Rok Bicek non ha neanche trent’anni, ma è ammirevole come egli sia riuscito a gestire un gruppo di studenti adolescenti non troppo più giovani di lui, orchestrando un grumo di emozioni e difficili situazioni emotive che sarebbe sfuggito di mano a molti autori più esperti. Questo esordio invece si inserisce nel modo migliore in quel sottogenere dello “school movie” (L’attimo fuggente, Il club degli imperatori, La classe-Entre les murs, se vogliamo School of Rock), in cui il difficile rapporto insegnante-allievo è stato ormai declinato in versioni varie e interessanti, ma sembra non esaurire la sua portata metaforica (basata qui su vicende reali). Questo film non fa eccezione, facendo tesoro di una sceneggiatura di ferro scritta a sei mani, di un gruppo di ragazzi cercati e trovati con maestria fra i licei di Lubiana, e di un coraggio espressivo di Bicek, che sarà sicuramente regista da seguire.
Lontani dai cliches o dalla prosopopea emotiva del “Dead Poets Society”, questo Class Enemy ricorda più il contrasto comportamentale del francese La classe, anche se qui la figura antipatica del professore “nemico” e inamovibile nei suoi metodi rimane impressa per il coraggio interpretativo e i caratteri estremi del contrasto che viene a scatenare. Pur tuttavia (è forse questo il merito maggiore della pellicola) non esiste una visione “bianco o nero”, non si può parteggiare per degli inesistenti “buoni” e colpevolizzare gli altri. O, come lo stesso rigido supplente di tedesco afferma, fra una citazione del Tonio Kroger e l’altra: “non esiste una soluzione che vada bene a tutti”.
La speranza è che il film riesca a raggiungere gli schermi italiani, per cui non vogliamo svelare troppo della trama: importante è però sapere come i temi della ribellione adolescenziale, la severità della generazione dei “maestri”, il dramma della perdita, le dinamiche di gruppo della rivolta e della solidarietà “di classe” sono qui sviluppati senza quasi alcun errore drammaturgico, con saldezza registica e stilistica encomiabile, e con in fondo un solo piccolo passo falso nel finale, comprensibile in un giovane autore che “deve crescere”: una certa esagerazione nell’accennare a paragoni con i regimi totalitari che hanno devastato l’Europa del XX secolo. Ma, lo diciamo senza timori di smentita, Rok Bicek ha studiato molto, molto bene: giovane di classe.
Titolo originale: Razredni Sovražnik
Nazione: Slovenia
Anno: 2013
Genere: Drammatico
Durata: 112′
Regia: Rok Bicek
Cast: Igor Samobor, Nataša Barbara Gracner, Tjaša Železnik, Maša Derganc, Robert Prebil, Voranc Boh, Jan Zupancic, Daša Cupevski
Produzione: Triglav Film
Distribuzione: Tucker Film
Data di uscita: Venezia 2013
Venezia 2014 – SIC
09 Ottobre 2014 (cinema)