Venezia 70. Fuori Concorso
Non è necessario essere fan duri e puri del manga o della serie anime originale per appassionarsi ed amare il Capitan Harlock in 3D presentato alla Mostra del Cinema di Venezia in questi giorni. Con un budget superiore ai 30 milioni di dollari e una gestazione di oltre 5 anni, la Toei Animation è riuscita nell’intento di portare sul grande schermo un lungometraggio d’animazione di eccellente fattura, perfetto sotto ogni punto di vista tecnico (era dai tempi di Final Fantasy VII – Advent Children che non mi capitava di vedere una CGI di livello così elevato) e con un 3D funzionale e mai eccessivo o fastidioso.
Diretto da Shinji Aramaki – mecha designer di fama, oltre che regista di anime; sotto la diretta supervisione di Leiji Matsumoto – mangaka ‘papà’ del personaggio, ormai assurto al livello di mito; Harlock: Space Pirate è spettacolare, una vera gioia per gli occhi. In patria lo vedranno nelle sale da dopodomani, 7 settembre, mentre in Italia il film approderà a gennaio 2014, grazie a Lucky Red.
L’affascinante pirata spaziale, il cui vessillo nero simboleggia la libertà, è nato nel 1976. Chi è stato bambino negli anni ’80, quando la serie animata è stata trasmessa anche nel nostro Paese, non può negare di aver desiderato di volare almeno una volta accanto a lui, al timone dell’Arcadia. Cicatrice e benda sul’occhio, è stato l’eroe di tutti noi e oggi, 37 anni dopo, è pronto a conquistare il cuore delle nuove generazioni. I fan non resteranno delusi: il design è più moderno ma non snatura l’essenza dei personaggi, anzi. Certo, qualche cambiamento è stato apportato: non ci sono le Mazoniane e Meeme (o Mimay a seconda delle trascrizioni), ultima superstite di un antico popolo alieno, è qui dotata di bocca e può parlare.
La trama non segue quella della serie originale, reinventando la storia e le origini del Capitano. Chiamatela, se volete, origin-story o reboot. Noi preferiamo interpretarla come un what-if in cui gli stessi personaggi si trovano a vivere una sorta di esistenza parallela. Tant’è che nel prologo del film viene detto che la storia è ambientata in un distante futuro, o forse in un lontano passato. In fondo il misterioso capitano ha già vissuto altre vite, finendo per essere perfino un pilota della seconda guerra mondiale ed un pistolero nel vecchio West.
Accanto alle “vecchie conoscenze” Meeme, Yuki Key (qui chiamata sempre e solo Key) e Yattaran, facciamo a conoscenza di Yama (Logan nell’adattamento europeo), Ezra e Nami, due fratelli e la sposa di uno di loro. Tre personaggi complessi e sfaccettati le cui storie, intrecciate, finiscono con l’essere la spina dorsale ed il motore della storia. Chi non è avvezzo allo stile di narrazione tipico degli anime giapponesi potrebbe trovare il film un po’ troppo verboso, tutti gli altri avranno voglia di rivederlo da capo appena dopo la fine dei titoli di coda (accompagnati, per altro, dal bellissimo brano degli One OK Rock Be the Light).
Titolo originale: Space Pirate Captain Harlock
Nazione: Giappone
Anno: 2013
Genere: Animazione
Durata: 115′
Regia: Shinji AramakiCast (voci): Maaya Sakamoto, Shun Oguri, Yu Aoi, Haruma Miura, Miyuki Sawashiro, Arata Furuta, Kiyoshi Kobayashi, Chikao Ôtsuka, Tomoyuki Morikawa, Ayano Fukuda
Produzione: Toei Animation Company, Toei Animation
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita: Venezia 2013
01 Gennaio 2014 (cinema)