Venezia: “IsTintoBrAss” di Massimiliano Zanin

Omaggio a un anarchico pop della settima arte

Venezia Classici – Documentari
Tinto Brass: dalle prime opere alla poetica del culo, dai primi poco conosciuti film alle liti con Bob Guccione. Il regista veneziano attraverso i racconti di attori, critici e collaboratori.

IsTintoBrAss“: le maiuscole del titolo non sono messe a caso, ma scandiscono le possibili chiavi di lettura del documentario di Massimiliano Zanin, omaggio affettuoso a Tinto Brass, uno dei registi più controversi del cinema italiano (e non solo), presente alla proiezione veneziana accompagnato dalle attrici Caterina Varzi – che ha collaborato alla realizzazione del documentario – e Serena Grandi, una tra le poche lanciate dal regista che non abbia in seguito preso le distanze da lui e dalle sue opere.

Realizzato con un ricco materiale che comprende foto, parti inedite di film e filmati provenienti dall’archivio del regista veneziano, questo ritratto a tutto tondo di Brass regista e di Brass uomo si compone attraverso le molte interviste realizzate da Zanin: i protagonisti dei suoi film Gigi Proietti, Franco Branciaroli, Serena Grandi, Adriana Asti e Franco Nero, il critico Gianni Canova, e, ospiti d’onore, l’attrice inglese Helen Mirren, che recitò con Brass nel sofferto (a causa dei tagli imposti dal produttore Bob Guccione) “Io, Caligola“, e Sir Ken Adam, lo scenografo due volte premio Oscar che per il regista veneziano realizzò gli ambienti di Salon Kitty.

I primi anni della carriera – la parte iniziale e più felice dell’opera di Zanin, sceneggiatore e assistente alla regia di Brass – raccontano un Brass poco conosciuto, ma già anarchico, pop, controcorrente, sovversivo, che ha appreso l’importanza del montaggio lavorando alla Cinématèque di Parigi, litiga abitualmente con la censura senza mai cedere. Come avviene per L’urlo, che fu bloccato per sette anni: “Guardando il documentario di Zanin – ha dichiarato il regista veneziano – sono tornato con la memoria ad alcuni dei miei film che ho amato particolarmente, come “L’Urlo” ad esempio. Oggi non è più possibile realizzare quel tipo di cinema, né l’ho mai visto fare da altri nel corso di questi anni“.

Da qui il passaggio al Tinto Brass privato, soprattutto a quello speciale rapporto di complicità con la moglie Tinta che fu per lui musa ispiratrice di molti personaggi e sostegno nella vita privata a professionale.

Per questo “cineasta anomalo”, capace di raccontare se stesso con un certo ironico distacco, il sesso è sempre stato un gioco, che a partire dagli anni Ottanta gli fa cambiare rotta, dirigendosi verso quel cinema erotico che gli diede il successo al botteghino e con cui Brass, ancora una volta, sembra volersi prendere gioco di una certa Italia perbenista e moralista anche attraverso la partecipazione a trasmissioni televisive. Un percorso del quale il documentario cerca di spiegare la genesi e il successo, anche se non convince pienamente sulla ricerca a tutti i costi di risvolti etici, estetici e politici.

Oggi, ottantenne con cinquant’anni di carriera alle spalle, Tinto Brass guarda ancora al futuro: “Ho ancora 40 copioni, continuo però a sognare pensando ancora oggi che siano una materia valida sulla quale lavorare.”

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ISTINTOBRASS
Regia: Massimiliano Zanin
Scritto da Tinto Brass, Caterina Varzi, Massimiliano Zanin
Produzione: Think’o Film + Wave
Protagonisti: Tinto Brass, Helen Mirren, Gigi Proietti, Franco Branciaroli, Serena Grandi, Adriana Asti, Franco Nero, Manlio Gomarasca, Bonifacio Brass, Gianni Canova, Marco Giusti, Yuliya Mayarchuk, Marco Muller, Sir Ken Adam
Fotografia: Luca Giberti, Timoty Aliprandi
Durata: 105 min
Nazione: Italia
Uscita: Venezia 2013
Foto a cura di Romina Greggio Copyright © NonSoloCinema.com – Romina Greggio