Venezia 70. Concorso
Il documentarista newyorkese Errol Morris torna a raccontare i retroscena della politica Americana con una lunga intervista a Donald Rumsfeld, ministro della difesa durante le presidenze di Nixon, Ford e George W. Bush. Rumsfeld rilegge i moltissimi promemoria scritti durante la sua cinquantennale carriera e attraverso questi offre la sua visione sui momenti più importanti della politica estera americana, di cui lui è protagonista e artefice, ultimo fra cui la guerra in Iraq.
A dieci anni di distanza da The Fog of War, che guardava al lungo conflitto in Vietnam attraverso la figura controversa di Robert McNamara, Errol Morris sceglie Donald Rumsfeld come un altro personaggio capace di dividere profondamente gli americani e non solo. Abilissimo intervistatore, Morris restituisce un personaggio istrionico e testardamente indulgente verso le sue scelte guerrafondaie, e lo spinge fino a rivelare involontariamente le contraddizioni insite nei suoi stessi artifici affabulatori.
“L’ignoto noto”, questo il significato del titolo, è un’espressione usata da Rumsfeld che ben sottolinea quest’ambiguità. Se il suo fascino quasi ossessivo per il significato delle parole può all’inizio sembrare una volontà di ricostruire la verità dei fatti attraverso un uso appropriato del lessico, le acrobazie semantiche arrivano a presentare gli avvenimenti storici come epifanie relative di una realtà che può essere manipolata a piacimento attraverso il linguaggio.
Eventi dolorosi della storia recente americana come i sanguinosi conflitti in Afghanistan e Iraq e gli abusi di Guantánamo si rivelano frutto di una retorica auto-assolutoria in cui la lingua è il mezzo che giustifica ogni fine, per quanto improbabile. “L’assenza di prove non prova l’assenza”, scrive Rumsfeld a proposito delle mai trovate armi di distruzione di massa, e su questo labile sofismo costruisce le argomentazioni che portano all’invasione del paese e alla morte di molte soldati e civili.
È proprio quest’analisi della politica come strategia di paradossi lessicali l’aspetto più interessante dell’ottimo documentario che conferma Morris come uno dei maestri del genere. Peccato che a tratti il meccanismo di partenza risulti ripetitivo e appesantito da una colonna sonora di Danny Elfman decisamente sopra le righe.
Chi si aspetta un’inchiesta sulla guerra in Iraq rimarrà molto deluso. “Volevo fare un film più profondo di quello”, spiega Morris; “un film che si chiede se noi, come popolo o nazione, sappiamo davvero chi siamo e cosa stiamo facendo. O se invece siamo tutti trappola di un insieme di idee, di un’immagine di noi stessi che ci impedisce di vedere fino in fondo finché è troppo tardi”. O ancora meglio, priogionieri di un abuso ingannevole della lingua da parte della politica che ne mina le logiche sintattiche e lessicali per ammaliare e nascondere l’evidenza dei fatti.
Titolo originale: The Unknown Known
Nazione: USA
Anno: 2013
Genere: Documentario
Durata: 105′
Regia: Errol Morris
Cast: Donald Rumsfeld, Errol Morris
Produzione: Moxie Pictures
Distribuzione: HanWay Films
Data di uscita: Venezia 2013