La premiazione, avvenuta come di consueto nell’ampio salone di Ca’ Pesaro, sede della Galleria Internazionale di Arte Moderna di Venezia, ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso. L’appuntamento con il Premio Internazionale di Grafica Do Forni è diventato ormai una consuetudine nell’ambiente culturale veneziano; quando l’inverno è alle porte e l’afflusso turistico inizia a scemare ecco riproporsi, da ben 28 anni, questo particolare evento.
Diverso da qualsiasi altra manifestazione artistica della città lagunare, il Premio Do Forni nasce da un’idea di un gruppo di amici riuniti attorno al tavolo di un ristorante. Questi appassionati d’arte decisero di “rispolverare” la passata tradizione dei ristoranti degli artisti: luoghi conviviali dove artisti, critici e cultori dell’arte si ritrovavano a discutere animatamente. Il modello veneziano è il ristorante “All’Angelo” che nel dopoguerra vide la nascita del movimento “Fronte Nuovo delle Arti”. Eligio Paties, proprietario del ristorante “Do Forni”, ha accolto questo progetto con entusiasmo e insieme ai fondatori e sostenitori del Premio ha permesso la continuità di questo evento.
Il Premio Do Forni è riuscito a non invecchiare individuando la sua fonte della giovinezza in un costante rinnovamento. Dalla prima edizione del 1986 il Premio ha subito diverse modifiche: dalla partecipazione di un folto gruppo di artisti nazionali e internazionali con due vincitori finali alla formula odierna dell’esposizione di un unico vincitore, precedentemente selezionato dalla commissione diretta da Enzo Di Martino. Tra i premiati nel corso degli anni compaiono Giuseppe Zigaina, Jean Michel Folon, Aligi Sassu, Edoardo Arroyo, Joe Tilson, Beverly Pepper, Ugo Nespolo, Enrico Baj, Sandro Chia, Igor Mitoraj, Ludovico De Luigi, Mimmo Paladino, Giulio Paolini.
Il vincitore dell’edizione del 2013 è l’artista marchigiano Walter Valentini, abile pittore, scultore e ovviamente incisore. L’artista utilizza diverse tecniche per esprimere la sua personale linea di ricerca: puntasecca, acquaforte, acquatinta, litografia… Le sue opere rivelano un vivo interesse per materie rigorose quali la matematica e la geometria, utilizzate da Valentini come strumento per comprendere la realtà.
Le opere esposte per questo evento sono suddivise nelle due sedi che da anni ospitano il Premio: 6 grafiche a Ca’ Pesaro e 7 al ristorante “Do Forni”. Alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna seguiamo le linee che analizzano la struttura di un’opera rinascimentale come L’incendio di Borgo (1514) di Raffaello, qui Valentini ispeziona l’opera per individuare la Sezione aurea che dona armonia al complesso.
La ricerca utopica dell’equilibrio si scontra con le leggi della “capricciosa” realtà che blocca le indagini circoncentriche e impedisce all’artista di completare il suo studio. Ma è proprio l’interruzione del segno ad attrarre l’osservatore, l’incompletezza in questo caso affascina e dichiara la natura umana e contemporanea dell’opera. Il tentativo dell’artista e dell’uomo di impadronirsi della misura divina che regola l’universo sfuma ed è attraverso questa incompiutezza e frammentarietà che l’opera sprigiona il suo carattere lirico. Sfere e linee dorate, piramidi e quadrature, perfino la trasformazione materica del supporto cartaceo convergono nella ricerca di Valentini realizzando un’opera che racchiude in sé una condizione esistenziale tipica dell’uomo moderno.