Una giovane, in cerca di una sistemazione economica, e un’ultranovantenne sola, dentro una grande casa tradizionale. Un cortile, un affitto da pagare. Il passare delle stagioni, una vita che si spegne, una che sboccia. La convivenza fra due donne, fra due generazioni. Una macchina da presa.
Bastano questi pochi elementi a mettere in moto il dramma della regista Ma Liwen, alla sua seconda prova alla regia. La storia di un rapporto che si sviluppa dall’inimicizia e diffidenza iniziale, che coincide con l’inverno, per poi sfociare durante la stagione calda nella fragile ma dolce relazione fra due universi a prima vista incompatibili e infine sciogliersi in un clima autunnale, dove il vecchio cade per fare spazio al nuovo che chiede spazio. La sceneggiatura è scarna, lineare e si ferma al puro canovaccio per dare spazio alle interpretazioni fisiche e partecipate delle due protagoniste e ai simpatici interventi di una vicina di casa a far da mediatrice disincantata nelle dispute, tra episodi delicatamente umoristici ed esplosioni drammatiche ma sincere, mai sopra le righe. L’uomo è una presenza sfuggente: il nipote dell’anziana donna e il fidanzato della ragazza si muovono ai margini, alieni a quell’universo privato che la macchina da presa sonda.
Le scelte registiche, tipiche della scuola cinese, sono richiamate all’interno del film stesso, nell’episodio in cui la giovane affittuaria prende come modello l’anziana padrona di casa per un progetto video che deve realizzare come compito scolastico: il taglio è quasi documentaristico, nessun artificio narrativo, non disdegna i tempi morti ma li gestisce con grande abilità, cogliendo espressioni, piccoli gesti e sfumature di senso che rendono un film apparentemente povero così ricco di stimoli e di emozioni.
Ovviamente non si tratta di una pellicola facilmente accessibile al pubblico dato il suo alto tasso di sensibilità; alcune scelte di montaggio e di ripresa, specie i lunghi ralenty del finale, sono discutibili, potevano essere gestiti in maniera meno gratuita e più efficace, resta comunque il fatto che You and Me sia un fragile film tutto al femminile che non cerca la poesia e l’emozione ricorrendo a banali trucchetti di mestiere ma la trova semplicemente nell’atto di schiacciare il tasto Rec della macchina da presa e lasciando che sia la vita e lo scorrere del tempo ad impressionare la pellicola… e lo spettatore.
Regia: MA Liwen
Anno: 2005
Durata: 87′ min