La rievocazione della grande stagione del cinema italiano, esplosa dopo la seconda guerra mondiale, è al centro dell’ultima fatica di Alessandro Ticozzi, Il cinema in una stanza, (SensoInverso Edizioni, 2023 p. 72 € 8,00), versione rimaneggiata di Hotel Odeon: il giovane Andrea, innamoratosi del nostro cinema seguendo le lezioni del DAMS, trova inaspettatamente un maturo interlocutore all’altezza della sua competenza e passione e intavola con lui un serrato e partecipe dialogo, intessuto di riferimenti a film e interpreti, che sulla pagina scritta riesce a trasmettere al lettore emozione e coinvolgimento della visione del film in sala. Il cinema in una stanza – una piccola pièce densa e lieve allo stesso tempo, come scrive nella post-fazione Giacomo Scarpelli – dà conto anche di alcune esperienze traumatiche vissute da Andrea nel suo aprirsi alla vita. La pubblicazione si apre con la prefazione di Giuliano Montaldo, il patriarca del cinema italiano recentemente scomparso, che ha parole di speranza per il futuro sia del giovane Andrea che del nostro Cinema. Giacomo Scarpelli, figlio di uno dei protagonisti di quella indimenticabile stagione, Furio, va nella post-fazione subito al nocciolo chiedendosi se ci sia e quale eventualmente sia il segreto creativo che fece grande quel cinema. Scarpelli, dopo aver ripercorso i metodi di lavoro di sceneggiatori e registi italiani, mettendoli a confronto con il cinema statunitense, ci dà una risposta. <<Forse il segreto non esiste, forse per fare il buon cinema (amato da Ticozzi e non solo da lui), non bisogna riferirsi soltanto al cinema, ma alla realtà, con spirito etico, partecipazione umana, preparazione intellettuale, amore per la narrazione e consapevolezza del dolore dell’esistere – il solo modo per suscitare anche una risata che non sia passeggera ma peschi nel profondo. Insomma, il cinema come mezzo per raccontare storie, e non come fine>>. Martedì 17 ottobre alle 17 Il cinema in una stanza viene presentato nella Sala Seminariale del Centro Culturale Candiani di Mestre dal giornalista Fabrizio Stelluto alla presenza dell’autore.