Alejandro Aravena presenta Reporting from the Front

Cosa sarà la Biennale Architettura 2016

Il Presidente Paolo Baratta nel presentare nella sala maggiore di Ca’ Giustinian la 15. Mostra Internazionale di Architettura – addì 22 febbraio 2016 – illustra il “logo” della stessa in cui una signora sbilanciata su una scala scruta l’infinito vuoto di una landa spopolata di umani e di abitazioni, simbolo dell’inanità insensata ma insieme occasione di riprendere la speranza, di rivitalizzare la ricostruzione.

Non c’è scoramento nella simbologia ma certezza sofferta di gettare ponti e dialogo tra architettura e società in un rinnovamento creativo, ricco di soluzioni per l’umanità e il territorio.
Auspica una architettura di self-governement come strumento di una civiltà umanistica, quale convivenza sociale e politica in cui si coniuga l’appagamento dell’uomo associato per le pubbliche iniziative.

La finalità della Biennale Architettura è quella di una continua ricerca; non una Mostra per soli addetti ma un colloquio chiarificatore e illuminante con tutti quelli che contribuiscono a realizzare una convivenza accettabile e dignitosa.
Questa Biennale sarà ricca di incontri con architetti e con i protagonisti dei fenomeni rappresentati.

Sessantuno i Padiglioni dei Paesi partecipanti. Tre padiglioni ospiteranno progetti speciali tra cui quello di Forte Marghera dell’arch. Stefano Recalcati con l’obiettivo di una rigenerazione urbana e riconversione produttiva di Porto Marghera. Il Padiglione della Sala d’Armi all’Arsenale è dedicato alle arti applicate. Cinquantatré Facoltà di tutto il mondo hanno aderito al Progetto “Biennale Session”.
La Mostra che si terrà ai Giardini e all’Arsenale durerà sei mesi dal sabato 28 maggio alla domenica del 27 novembre 2016.
Al termine un grazie caloroso al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e alle Istituzioni del territorio,al partner Rolex e a tutti gli Sponsor.

Il curatore e il direttore della Mostra Alejandro Aravena avverte che il titolo della stessa è Reporting from the front, gravido – questo titolo – di prospettive artistiche e sociali.
Quattro i Paesi presenti per la prima volta: Filippine, Kazakistan, Nigeria e Yemen. Il padiglione Italia alle Tese delle Vergini sarà curato da de Simone Sfriso. Ottantotto i partecipanti provenienti da 37 Paesi. Di questi 50 per la prima volta e 30 gli architetti under 40.. A noi interessa – specifica Aravena – una architettura volta a realizzare una civiltà umanistica, non in grazia di uno stile formale, ma come evidenza della capacità dell’uomo di essere padrone dei propri destini. Architettura come strumento della vita sociale e politica, dove ci si chiede di coniugare a un più alto livello l’agire privato e le pubbliche conseguenze. L’architettura è un mezzo per migliorare la qualità di vita delle persone, il rispetto dell’individuo alla cura del bene comune, dall’efficienza nell’accogliere le attività quotidiane all’espansione dei confini della civiltà.

L’architettura che invita a scrutare l’orizzonte alla ricerca di nuovi ambiti di azione, affrontando temi quali la segregazione, le disuguaglianze, le periferie, l’accesso a strutture igienico-sanitarie, i disastri naturali, la carenza di alloggi, la migrazione, l’informalità, la criminalità, il traffico ,lo spreco, l’inquinamento e la partecipazione delle comunità. Saliamo sulla scala come fece l’archeologa Maria Reiche per scorgere dall’alto che le cose si trasformano in sogni che tendono a regalare all’umanità speranza e costruttività materiali e spirituali.