“La Corte della Niobe. Il Sacrario dei Caduti Cafoscarini” si intitola così il volume (pag. 432, Euro 40,00) curato da Francesca Bisutti ed Elisabetta Molteni di recente ristampato per i tipi di Edizioni Cà Foscari. La pubblicazione, disponibile sia in formato cartaceo che elettronico, guida alla riscoperta del Sacrario dei cafoscarini caduti nelle guerre del ‘900. La piccola corte quattrocentesca, che a esso fa da cornice, si trova nel cuore della sede centrale dell’Università Ca’ Foscari ed è un luogo di raccoglimento e di bellezza. Il fulcro visivo ed emotivo è la statua di Niobe, la mitologica madre infelicissima realizzata dallo scultore muranese Napoleone Martinuzzi, tramutata in pietra dal dolore per l’uccisione di tutti i suoi figli e simbolo dell’Ateneo che piange la morte violenta dei suoi allievi. Attorno alla statua le lunghe liste con i nomi dei morti nei conflitti, quasi 250, tra studenti, ex-studenti, docenti e dipendenti. Il volume ricostruisce la storia di questo luogo studiando il corso degli eventi che nei secoli lo hanno trasformato da corte della dimora dei nobili Giustinian a ingresso della biblioteca universitaria e, infine, a Sacrario, destinando uno spazio già architettonicamente compiuto a luogo della memoria. E appunto le strategie della memoria sono analizzate nei contributi che compaiono nel volume: ne sono autori Isabella Adinolfi, Eleonora Balliana, Anna Bozzo, Loredana Bolzan, Alessandro Casellato, Lavinia de Ferri, Gregory Dowling, Marco Fincardi, Stefano Galanti, Elisa Goldin, Giuseppe Goisis, Mario Isnenghi, Renate Lunzer, Gian Luigi Paltrinieri, Piero Pasini, Luigi Perissinotto, Giulio Pojana, Cecilia Rofena, Marco Romio, Antonella Sattin, Nico Stringa, Riccardo Trazzi, Davide Vallotto, Elisabetta Zendri. Sono storici, filosofi, letterati, storici dell’arte e dell’architettura che hanno studiato le ideologie e le politiche di Ca’ Foscari negli anni tribolati delle guerre e dei dopoguerra, indagando anche sulle trasformazioni architettoniche della corte, per cui, con molto rammarico va ricordato, non è previsto un orario per le visite. Infine l’obiettivo di restituire al ricordo almeno frammenti di quelle vite troppo presto bruciate è stato affidato a Mario Isnenghi che nel saggio, Familismo morale, si sofferma sui 12 opuscoli pubblicati dai familiari e dagli amici in onore dei giovani cafoscarini caduti nella Grande Guerra: “Questi piccoli monumenti epigrafici, sorta di civile presentat’arm al defunto, restituiscono alla morte oscura e seriale dignità di unicum e contengono momenti espressivi intensi che allacciano il caso singolo a una pena comune e a forme di solidarietà più ampie. I ritratti degli studenti/combattenti che escono da queste pagine restano fissati per sempre: tasselli che compongono l’epica dell’uomo comune, ciò che ciascuno è stato in grado di fare.”