La attrice debuttante Nellie LaRoy (Margot Robbie), l’affascinante e stagionato attore all’apice del successo Jack Conrad (Brad Pitt), e l’immigrato messicano alla scalata del potere Manuel “Manny” Torres (Diego Calva) guidano il cast di Babylon, il nuovo ambizioso, sontuoso e sfacciato film diretto dal premio Oscar Damien Chazelle. Un film che ci trasporta nella Hollywood degli anni Venti, epoca mitizzata ma di cui si conosce poco il “lato oscuro”. Il cinema è nato da poco, eppure è gia in pericolo e la paura di scomparire è esorcizzata dagli eccessi di una Babele biblica e che il regista Premio Oscar per La La Land racconta con notevole forza visiva e una strepitosa colonna sonora jazz che strizza l’occhio al rock e alla dance e che ha fatto conquistare un Golden Globe al Premio Oscar Justin Hurwitz.
Hollywood, 1926. Sulle colline della citta del cinema c’è un festa scatenata, con chili di cocaina, ettolitri di alcool, molto sesso e un elefante trasportato in modo fortunoso su una collina (due settimane di lavorazione per realizzare la sequenza all’interno di una residenza costruita negli anni Venti per ospitare feste di questo tipo). Sono i primi trenta minuti per cui si possono usare molti aggettivi: sfrontato, rumoroso, per qualcuno perfino oltraggioso.
Fin dai primi momenti siamo catapultati in un incredibile sequenza di eccessi, colori, suoni, costumi straordinari (non sempre storicamente corretti, anzi, volutamente anacronistici). Un mondo che rende omaggio – o si ispira – a Federico Fellini e, soprattutto, alle coreografie del Moulin Rouge di Baz Luhrman (qui decisamente ipertrofiche). Corpi che salgono e scendono, un prima metafora dell’ascesa e caduta dei miti hollywoodiani che sarà tra i temi del film.
E’ in questa festa che incontriamo i personaggi di finzione – seppure ispirati a molti dei protagonisti di quegli anni – Nellie LaRoy, Jack Conrad e soprattutto Manny Torres, l’outsider che rappresenta noi spettatori, stupiti e ingenui osservatori di questo mondo in cui la vita sembra scorrere tra pionieristici registi, faticose riprese e feste senza limiti. Manny è anche il trait d’union tra Nellie, di cui è innamorato, e Jack, di cui diventa amico e quasi assistente.
Mentre Jack si prepara a girare il suo ottantesimo film, la morte di una comparsa catapulta Nellie sul set del film diretto dalla registqa Ruth Adler (Olivia Hamilton, nella vita moglie di Chazelle) dandole l’occasione di mostrare il suo talento, di cui lei è assolutamente certa. Manny, dal canto suo, da semplice tuttofare, nel giro di poco tempo scalerà la carriera all’interno degli studios.
In questo viaggio epico tra il 1926 e il 1932, a cui Chazelle ha pensato per oltre quindici anni, ci sono altri viaggiatori: la chanteuse orientale Lady Fay Zhu (Li Jun Li), il musicista afroamericano Sidney Palmer (Jovan Adepo) che deciderà di non cedere a compromessi e la giornalista di gossip Elinor St. John (Jean Smart) ispirata alla potentissima Louella Parsons. Unico personaggio realmente esistito è il capo della MGM, Irving Thalberg (Max Minghella). Tutti accomunati dal desiderio di essere parte di qualcosa di grande, il cinema, seppure all’epoca considerato ancora abbastanza volgare. Intorno a questo nucleo gira un mondo di tecnici, produttori, potenti uomini politici ed eccentrici gangster come James McKay (Tobey Maguire che ha anche coprodotto il film). Una umanità varia, accomunata dalla frustrazione, dall’egoismo e dalla tristezza della solitudine che cerca rifugio in varie dipendenze da droghe, alcool e gioco.
Per descrivere questo mondo frenetico bulimico, depravato e selvaggio, Babylon ci porta sui set che hanno il sapore di una conquista western di territori artistici e tecnici ancora inesplorati in cui le star sono carne da macello per la produzione e semidivinità per il pubblico.
Ma c’è qualcosa che mette in pericolo il cinema così come era negli anni Venti: il suono. Gli attori non possono più essere solo affascinanti come Jack o in grado di produrre lacrime a comando come Nellie: devono saper recitare anche con la voce.
Ma la voce di Nellie è la disperazione dei tecnici , e quando Jack parla sullo schermo provoca risate nel pubblico. Il loro tempo è finito: qui l’essenza di Babylon, nelle ascese e cadute dei protagonisti di quel primo epocale passaggio che predisse la prima delle tante “morti” del cinema – dal muto al sonoro, poi con l’arrivo della televisione e oggi dello streaming. Chazelle ci dice, però, che il cinema può sopravvivere a tutto questo. “Dobbiamo ridefinire la forma” risponde Jack Conrad a Elinor che gli chiede “Cosa pensi ci riservi il futuro?”.
Brad Pitt si destreggia ancora una volta abilmente tra i toni del dramma e quelli della commedia, e il giovane attore messicano Diego Calva è una bella promessa, ma è Margot Robbie a riempire lo schermo con una straordinaria energia.
Babylon può piacere o non piacere, è difficile che ci siano vie di mezzo. Non è un capolavoro, ma si percepisce la passione di Damien Chazelle in ogni singolo momento delle 3 ore e 9 minuti in cui questa tragicommedia intrattiene con ritmo serrato e un epilogo che è il vero inno d’amore per il cinema. Una sequenza psichedelica di immagini di film e poi un salto temporale. E’ il 1952 e dopo essere tornato a Hollywood, Manny guarda con commozione sullo schermo le immagini di Singin’ in the rain.
Il cinema non muore mai. The End.
Babylon
Regia: Damien Chazelle
Durata: 189 minuti
Cast: Brad Pitt, Margot Robbie, Diego Calva, Jean Smart, Jovan Adepo, Li Jun Li, P.J. Byrne, Lukas Haas, Olivia Hamilton, Tobey Maguire, Max Minghella, Rory Scovel, Katherine Waterston, Flea, Jeff Garlin, Eric Roberts, Ethan Suplee, Samara Weaving, Olivia Wilde
Distribuzione: Eagle Pictures
Sito Ufficiale: https://www.babylonmovie.com/
Uscita: 19 gennaio 2023 (cinema)