Il Bruschino di Rossini incanta il PanOpera Festival

PanOpera Festival Bruschino

In piena continuità con il primo appuntamento del PanOpera Festival, nelle profondità dell’Umbria, si colloca, il 16 settembre scorso, Il giocatore ò vero Il marito giocatore e la moglie bacchettona, intermezzo musicale di Giuseppe Maria Orlandini su libretto di Antonio Salvi, allestito al Teatro Cesare Caporali di Panicale, un piccolo, sconosciuto gioiello ottocentesco. La vicenda è un classico ménage dove la sposa, rigorosissima e bigotta, non può più convivere con il coniuge divorato dalla passione del gioco. Tra bisticci, promesse non mantenute e sfuriate, alla fine la situazione volge al peggio, si arriva a ventilare il divorzio, ma poi – come sempre, in questi casi – quasi magicamente, e forse anche un po’ irrazionalmente, almeno per quanto riguarda la drammaturgia – scoppia la riconciliazione con in consueto happy end. Orlandini (Bologna, 1675 o 1688-Firenze 1760), poco frequentato oggigiorno, è in realtà autore di primordine ai suoi tempi, e contribuisce non poco a sviluppare il filone comico che approderà poi alle farse rossiniane. A metterlo in scena ci pensa Virgilio Bianconi, che da interprete passa dietro le quinte per lasciare il posto a Veronica Filippi nella parte della bacchettona e a Nico Mamone in quella del giocatore (ma vanno citate le marionette di Saskia Menting e Augusto Terenzi della Compagnia Maninalto).

A conclusione della rassegna del PanOpera Festival si colloca lo spettacolo forse più impegnativo, Il signor Bruschino, appunto una delle geniali farse portate in scena da Rossini a Venezia in gioventù. La storia, rocambolesca, vede travestimenti, agnizioni, padri e figli in contrasto, protettori della virtù virginale, fanciulle innamorate e scaltre. Alla fine naturalmente la signorina è impalmata dal giovane per cui le batte il cuore. Pur essendo uno dei cinque tasselli che il non ancora noto (né consapevole) Rossini propone agli inizi dell’Ottocento al Teatro di San Moisè, questo scherzo teatrale contiene già tutti gli ingredienti della grandezza che da lì a poco trionferà in Italia e in Europa.

È ancora Marco Bellussi a mettere in scena con molta maestria un plot che senza acume registico potrebbe lasciare francamente un po’ perplessi. Invece lo spettacolo scivola via, anche grazie alla bravura degli interpreti, voci di livello nazionale tra cui la bella e brava Francesca Bruni (che accenna uno strip purtroppo interrotto sul più bello), Filippo Pina Castiglioni, che offre una splendida caratterizzazione del pretendente, Christian Starinieri, convincente Bruschino padre, Veronica Filippi nei panni esilaranti di una kapò e il geniale Antonio Feltracco nella parte-cameo del Delegato. Ma va assolutamente citata l’ottima direzione di Patrick David Murray, che qui – come già in Prima la musica poi le parole di Salieri all’interno di PanOpera Festival – si dimostra esperto e sicuro alla guida di musicisti giovani ma già rodati per i palcoscenici maggiori.