Più drammatico del finale di Carmen c’è solo il non fare il finale di Carmen. È quello che stava per succedere domenica scorsa, 14 luglio, a Trapani, per la prima della stagione lirica dell’Ente Luglio Musicale Trapanese, gloriosamente risorto grazie al lavoro di Giovanni De Santis e della sua squadra. Qualche goccia di pioggia poco prima del rendez-vous tra Carmen e Don José nel IV atto e stop alla musica: l’orchestra si alza, seguita dal pubblico e dal fuggi fuggi sul palco di solisti e coro. Inconvenienti dell’opera all’aperto. Per fortuna dopo qualche minuto, l’annuncio che lo spettacolo sarebbe ripreso ha rincuorato tutti: avremmo avuto il nostro finale.
Lo spettacolo era atteso soprattutto per il debutto nel ruolo (di Carmen) di Raffaella Lupinacci, mezzosoprano già molto apprezzato nel repertorio rossiniano (ma anche pucciniano), che ha dimostrato, oltre a una notevole presenza scenica, anche una duttilità vocale non indifferente. Physique du rôle e carattere, insomma, per una Carmen forse più pudica rispetto a illustri precedenti (pensiamo a quella di Anna Caterina Antonacci, per esempio), ma con la stessa passione.
Nel cast degni di nota anche Larissa Alice Wissel, bravissima Micaëla, e Vincenzo Nizzardo, Escamillo credibile e vocalmente impeccabile. Non male anche il Don José del tenore azero Azer Zada, seppur avremmo preferito un registro medio un po’ più corposo. Bene i comprimari: Leonora Tess (Frasquita), Carlotta Vichi (Mercédès), Masashi Tomosugi (Zuniga). Al netto di una direzione (sul podio il francese Laurent Campellone) che fa il suo con buoni tempi e concertazione, ma senza quello slancio che in Carmen ci si aspetta dall’orchestra (peccato, per esempio per l’entr’act del terzo atto), lo spettacolo è bello, grazie al Coro del Luglio diretto da Fabio Modica che fa un ottimo lavoro e a una regia che funziona.
Nicola Berloffa, regista cuneese, già premiato nel 2017 da ForumOpera Magazine, firma una Carmen moderna, ambientata in una periferia urbana contemporanea, sicuramente memore della messinscena di Calixto Bieito (Gran Teatre del Liceu, Barcellona, 2010), anche per quanto riguarda scene (di Aurelio Colombo) e costumi (di Edoardo Russo). Berloffa è un esperto del titolo bizetiano. Oltre al già citato premio, è di giugno 2019 un’altra Carmen per l’Opera di Saint-Etienne e del 2017 una per Tenerife e Rennes. Eccezion fatta per un primo atto un po’ statico, la messinscena convince. Apprezzati il balletto (coreografie di Marta Negrini) da Lillas Pastia (buona anche la prova di Giuseppe Amato) e, nel IV atto, il gioco meta teatrale del cinema all’aperto che proietta immagini di “Sangue Gitano” di Lubitsch (con Pola Negri nel ruolo di Carmen). Ma un plauso speciale va al finale. Carmen, coerente al suo proclame (Libre elle est née et libre elle mourra!), dopo aver tentato invano una via di fuga, si getta sul pugnale del brigadiere, sulle note del “tema del destino”, preannunciato dai tarocchi. Un atto estremo di libertà che trasforma il femminicidio in suicidio e Don José da carnefice a spettatore della sua stessa miseria.
Foto di Giorgio e Giovanna Vacirca
Visto a Trapani, Teatro Giuseppe di Stefano, domenica 14 luglio 2019
Crediti
Carmen, Raffaella Lupinacci
Don José, Azer Zada
Micaëla, Larissa Alice Wissel
Escamillo, Vincenzo Nizzardo
Frasquita, Leonora Tess
Mercédès, Carlotta Vichi
Le Dancaïre, Federico Caverzan
Le Remendado, Didier Pieri
Moralès, Paolo Ingrasciotta
Zuniga, Masashi Tomosugi
Lillas Pastia, Giuseppe Amato
Direttore, Laurent Campellone
Regia, Nicola Berloffa
Assistente alla regia, Veronica Bolognani
Scene, Aurelio Colombo
Costumi, Edoardo Russo
Assistente costumista, Linda Muraro
Luci, Valerio Tiberi
Coreografie, Marta Negrini
Maestro del coro, Fabio Modica
Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Luglio Musicale Trapanese
Coro delle voci bianche “Carpe Diem”
Maestro del coro delle voci bianche, Roberta Caly
Vocal coach, Jocelyn Dienst-Bladin
Nuovo allestimento del Luglio Musicale Trapanese