Notissimo a Venezia per il suo impegno nell’associazionismo cattolico e nell’amministrazione della città, a vent’anni dalla sua scomparsa Camillo Bassotto è stato, invece, ricordato proprio a partire dalla sua attività professionale per iniziativa del Centro Internazionale della Ricerca sulle Arti Contemporanee dell’ASAC con una giornata di studio svoltasi nella Biblioteca della Biennale ai Giardini di Castello.
A lungo responsabile dell’Ufficio Stampa e del Settore Documentazione della Mostra del Cinema, la giornata del 19 dicembre scorso ha consentito, grazie ai contributi di esperti e studiosi, di ripercorrere e valorizzare alcuni fra i più significativi momenti della vicenda umana e professionale di Bassotto.
Si è partiti da una manifestazione collaterale della Mostra del Cinema, la Mostra del Libro e del Periodico Cinematografico, ingiustamente caduta nel dimenticatoio, di cui Bassotto fu curatore dal 1959 al 1972: le acquisizioni di pubblicazioni e periodici, provenienti da ogni parte del mondo, legate alla sua organizzazione, sono le basi del patrimonio librario custodito nella Biblioteca che ha ospitato l’evento. Le vicende di questa “piccola” Mostra sono state oggetto di una lunga ricerca, i cui risultati sono stati riassunti nell’intervento di Giuseppe Barbanti.
Ma il fervore ingenerato dalla Mostra del Libro e del Periodico contagiò la stessa direzione della Mostra, retta allora da Luigi Chiarini, e tanti critici e studiosi di cinema che 49 anni fa diedero vita proprio a Venezia all’Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema, che può vantare lo stesso Camillo Bassotto fra i suoi fondatori. Storiografia e conservazione del patrimonio librario e filmico, quindi, sono i due percorsi su cui si spese in parallelo Bassotto che negli anni ‘60 ebbe anche l’incarico di riorganizzare la Cineteca della Biennale i cui originali, da decenni, sono stati a loro volta depositati negli Archivi delle Cineteche di Bologna e di Milano.
Spesso la sua attività di funzionario si intrecciava con quella di esponente di spicco dell’associazionismo cinematografico: e le sue tappe all’interno di quest’ultimo mondo, che lo portarono fra l’altro a fondare due federazioni di cinecircoli (FIC e CINIT), sono state tracciate da Massimo Caminiti, presidente del Cinit – Cineforum Italiano, che può annoverare Camillo Bassotto come sua “anima” per oltre quindici anni.
Nel segno delle modalità di conservazione del patrimonio filmico la chiusura della giornata: approdati ormai nell’era della gestione digitale delle immagini, l’autore della fotografia Vittorio Storaro, preoccupato della salvaguardia del suo lavoro, ha confermato l’esistenza di un sistema di trascrizione a 4K ma dell’estensione di 16 BIT, che finalmente non solo eguaglia la qualità della pellicola ma ne conserva i dati anche nelle gradazioni cromatiche. Un sistema votato a durare a lungo senza la necessità attuale di ricopiatura periodica. Un metodo già presentato a Cinecittà e alla Cineteca di Bologna, che merita di essere approfondito. La giornata, aperta dagli interventi del Presidente della Biennale, Roberto Cicutto, e della Responsabile dell’Archivio Storico, Debora Rossi, ha visto succedersi al tavolo dei relatori anche Elena Mosconi, Paolo Lughi, Matteo Pavesi. Lo storico del cinema Carlo Montanaro, che ha voluto fortemente questa giornata di studi, ha coordinato i lavori dopo avere introdotto la figura di Camillo Bassotto e presentato i vari relatori.