“Il cinema riflette su tante situazioni sociali – spiega il regista Emiliano Serra (Buenos Aires, 1975) da anni impegnato su temi politici – e questa pellicola, sebbene sia una finzione, si basa su una realtà latinoamericana”.
Accolto in Argentina con entusiasmo dalla critica, apprezzato dal pubblico seppur con la grande difficoltà della distribuzione, questo film riflette sulla dittatura e sul ruolo che il giornalismo ha nel diffondere una propaganda funzionale al potere.
Siamo nell’Argentina del 1978: a capo del Governo in Argentina c’è il dittatore e torturatore generale Jorge Videla, con la sua Junta militare, al potere dalla notte del 24 marzo 1976. Sullo sfondo i preparativi per la partita finale dei Mondiali di Calcio contro l’Olanda.
Eduardo Ulrich (perfettamente impersonato da Gabriel Rosas) è un giornalista brasiliano che si lascia corrompere dal molto denaro che gli offre il Governo argentino per spiare una coppia di medici esiliati.
Atmosfera fuligginosa, penombre e Ulrich così perfetto nel suo ruolo di travet senza personalità, untuoso, grigio, anonimo, financo nei sentimenti con la moglie, che si rende conto di quella losca attività e lo lascia.
Un personaggio “Molto studiato – spiega Serra – dai capelli all’abbigliamento, per renderlo una macchina senza volontà”, perfetto per questo interessante e drammatico thriller psicologico/ politico/ storico.
Questa pellicola partecipa al concorso per lungometraggi di finzione del 42° Torino Film Festival; 22- 30 novembre 2024.