L’ultimo romanzo di Gabriele Romagnoli mette alla prova il lettore con una serie di capitoli sempre più incisivi, sempre più inquietanti: cosa faresti se ti accadesse questo? È la domanda che l’autore sembra porci insistentemente, dinnanzi a situazioni tanto cupe quanto banali.
Non un romanzetto estivo quindi; “Cosa faresti se” non è una lettura da ombrellone, anzi. Fin dal primo capitolo inchioda il lettore a situazioni tragiche, e lo fa con una scrittura incisiva e coinvolgente che rende impossibile abbandonare il libro. Ogni capitolo è dedicato a un personaggio diverso, a una vicenda diversa; apparentemente si tratta di fatti e persone sconnessi tra loro, eppure tutto si incastra perfettamente nelle inattese, ultime pagine.
Inizialmente conosciamo Laura e Raffaele, una coppia stabile, affiatata; hanno scelto di adottare un figlio e finalmente sono stati chiamati: c’è una bambina che ha bisogno di loro, ma ha una malattia terminale, incurabile. «Dal momento della diagnosi dei primi sintomi la sopravvivenza media è di vent’anni, di cui più della metà felici, a volte quasi tutti»: questa la sentenza atroce che il giudice dà ai possibili genitori. E Laura e Raffaele hanno solo una notte per pensarci, per prendere la decisione più importante delle loro vite, per scoprire fino a che punto desiderano essere genitori. In gioco non c’è soltanto una bambina che ha bisogno di una famiglia: c’è la loro famiglia, fatta di una coppia che si ama, che ha trovato un affiatamento e degli equilibri che vengono messi a rischio non tanto dall’arrivo della bambina malata, quanto dal processo stesso di decisione.
Incontriamo poi GigiMazzoni, un presentatore televisivo, un uomo francamente mediocre e avido di successo; i personaggi di Romagnoli sono realistici e sfaccettati; non tutti eroi, quindi, ma persone reali che compiono scelte reali. E nel caso di GigiMazzoni, si tratta di un uomo “cattivo” capace di compiere una scelta “buona”. Il presentatore si trova su un volo aereo e la fortuna ha voluto che accanto a lui sedesse un bambino, il figlio di un noto politico. Il suo piano per ingraziarsi il bambino per arrivare al padre sfuma completamente quando una turbolenza aerea crea il panico tra i passeggeri. Si tratta di un incidente piuttosto forte; il bambino sbatte la testa e sviene. GigiMazzoni decide quindi di occuparsi del piccolo, senza sperare nulla in cambio. Dentro di sé chiede a un Dio cui non crede di salvarli; in cambio non cercherà più il successo, la popolarità; abbandonerà ogni desiderio di fama purché lui e il bambino riescano a salvarsi. Una scelta eticamente ineccepibile, ma anche qui l’autore ci aspetta al varco: nella vita, quante volte compiere la scelta “giusta” premia? È proprio così che funziona?
Adriano è un padre solo; vive col figlio adulto, Leo. Dopo la scomparsa della moglie, Leo è tutta la sua vita. Una vita semplice, abitudinaria, con qualche problema economico. Finché una mattina Adriano riceve un messaggio. È sveglio da un po’, in ansia perché quella notte il figlio non è rientrato. Adriano percepisce un pericolo nel messaggio ricevuto; si tratta di un video e mostra un servizio dal titolo “Omicidio pirata nella notte”. L’auto è la sua, è stato proprio Adriano a insistere perché Leo, la sera prima, prendesse la macchina. E ora si trova faccia a faccia con una realtà inaccettabile: quella è la sua auto, la riconosce da un adesivo attaccato al vetro. La sua auto che corre nella notte, investe un pedone, uccidendolo, e scappa nel buio. Adriano non sa come reagire; in una giornata lunga cent’anni cercherà di decidere il da farsi: denunciare il figlio o costituirsi al suo posto, per salvarlo? Oltre all’aspetto etico della questione, Adriano sa di non essere bravo a mentire, teme di essere smascherato dalla polizia. La decisione lo porta a confrontarsi con una serie di errori commessi nei confronti della moglie Elena, con le speranze per il figlio, con i fantasmi del passato. Anche qui il finale di questa breve storia, la giornata di Adriano, si chiude in modo del tutto inaspettato.
Nel romanzo di Romagnoli nulla è come sembra; il bene e il male camminano fianco a fianco; non si viene sempre premiati per aver preso decisioni buone, così come non si viene puniti per aver commesso un’azione cattiva. La vita è molto più complessa, segue percorsi più contorti, che spesso non ci è dato conoscere o capire. Ma un senso c’è, sembra dire l’autore, con un capitolo finale che tiene incollati alle pagine, come il miglior thriller. Dio, se esiste; il libero arbitrio; e, a volte, una mano amica che ci spinge nella giusta direzione: tutti questi ingredienti entrano in scena nel gran finale, dal titolo “Settimo giorno”. Ritroviamo quindi un’ulteriore rimando alla forma divina, che nel libro si manifesta spesso, nelle scelte e nelle azioni degli uomini. Tutti aspettiamo «da sempre l’indicazione, la via d’uscita; come ogni altro: la salvezza». E Romagnoli ce la offre, alla fine di un romanzo spaventoso, intrigante, audace.
Gabriele Romagnoli, Cosa faresti se, Narratori Feltrinelli, 2021, pp. 187, 16 euro.
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/cosa-faresti-se/