E’ dedicato a Carl Theodor Dreyer, il regista e sceneggiatore danese, fra i massimi esponenti della cinematografia mondiale, il laboratorio del n. 190-191 di Cabiria Studi di Cinema. Il 50° anniversario della sua scomparsa è diventata l’occasione per un approfondimento sull’opera del cineasta che, come scrive nell’editoriale il direttore Marco Vanelli “…è solo una piccola parte di ciò che verrà in futuro pubblicato su un e-book dal titolo Variazioni su Dreyer.
“Per intanto si possono già apprezzare tre contributi: “Piccolo viaggio sentimentale in compagnia di Dreyer” di Adriano Aprà, “Dreyer e l’occasione mancata con Universalia” di Marco Vanelli e “Ordet-un filmKierkegaardiano?” di Igor Tavilla. Nella sezione documenti troviamo un intervento di Aprà “Necessità di una saggistica e di una didattica digitale del cinema”e due scritti introvabili in cui Walt Disney parla del suo lavoro, intitolati rispettivamente “Introduzione a Le dessin anmè di Lo Duca” e “I migliori attori sono gli animali”. Nella sezione analisi Rinaldo Vignati prosegue l’esame dei soggetti inediti di Marcello Marchesi iniziato nel n. 189 di Cabiria, mentre Maria Carla Cassarini nel saggio “L’inchiesta come habitus morale nel pensiero di Zavattini” approfondisce anche il progetto dello sceneggiatore riguardante la realizzazione di un film dal titolo “Cristo è vivo o morto?” che viene poi pubblicato per esteso. Marco Vanelli ancora aggiorna sul carteggio fra Antonioni e Ichikawa, mentre Massimo Nardin analizza il cinema di Valerio Mieli. Nella sezione libri, in occasione della pubblicazione di “Ecrits complets” di dAndrè Bazin , troviamo la traduzione , a cura di Adriano Aprà e Paolo Licheri, della sua scheda di “Paisà” pubblicata originariamente su “Cahiers de Documentation” n. 2-3 novembre-dicembre 1947.