Toh… un film americano che ironizza sullo stile di vita americano, sulla cultura americana, sulla politica americana. Già solo queste sarebbero ottime ragioni per non perderlo.
Altro motivo è il cast, giustamente definito “stellare”: Meryl Streep, Leonardo di Caprio, Jennifer Lawrence, Timothée Hal Chalamet (e altri personaggi, molto noti al pubblico USA, anche se non altrettanto in Italia). Ma merito è soprattutto quello di difendere la scienza, la ricerca, l’approfondimento, contro la banalizzazione, la superficialità, l’ignoranza. Un messaggio lanciato, si può ben dire “nell’etere” con ironia e passione, sarcasmo e divertimento.
Non a caso il regista è Adam McKay che ha firmato, tra gli altri, Vice – l’Uomo nell’Ombra (“un brillante, nichilista biopic sul controverso deus ex machina dei Repubblicani: Dick Cheney“). Non a caso il co autore è David Sirota, portavoce di Bernie Sanders durante la campagna presidenziale del 2020. Non a caso il titolo è un monito: “Non guardare in alto”. L’esatto opposto al dantesco “uscire a riveder le stelle”.
In un periodo imprecisato del presente la giovane Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence, notare il cognome slavo), oscura ricercatrice astronoma della Michigan State University, istituzione importante ma non certo tra le più prestigiose (nel 2021 si posiziona a un livello tra 101–150 nel mondo) scopre una enorme cometa che, diretta verso la terra, entro sei mesi la raggiungerà e la distruggerà. Informa il suo professore Randall Mindy (Di Caprio, notare: Mind in inglese significa “Mente”), uno scienziato capace ma frustrato. La notizia arriva subito alla Presidente USA Janie Orlean (Streep). Scattano immediatamente allarmi e verifiche incrociate. Tutti i dati confermano la previsione di Dibiasky e Mindy.
A questo punto inizia il turbinoso carosello della politica, degli opportunismi, della comunicazione manovrata, del terrore di massa e del suo contrario, delle superficialità trionfanti, della banalità imperante, della stupidità dominante.
Possono venire in mente infiniti episodi di grave crisi nella Storia recente, dalla visita Khrushchev a Eisenhower nel 1959, alla crisi della Baia dei Porci del 1961. I più penseranno però a una profetica visione della pandemia da Corona virus, forse a ragione, anche se la lavorazione del film era già iniziata fin dal novembre 2019.
Ma qui non si tratta solo di svelare un complottismo cosmico, o la brutale genuflessione della politica agli interessi economici. Si tratta in primo luogo di chiedersi e di capire “dove siamo arrivati”, come disperatamente invoca il protagonista, prof. Mindy. Non è nemmeno il caso di sottolineare che la distruzione della terra avviene nel corso della presidenza USA di una donna (la prima?), che tuttavia gioca con le stesse regole della politica maschile, incluso il Segretario di Stato che è suo figlio.
Non si salva nessuno, in questo catastrofismo distopico, nemmeno i “buoni”.
Da vedere al cinema o su Netflix.