Un grazie di cuore a Olivier Assayas che porta in Concorso a Venezia una pungente commedia sui tempi moderni e i rapporti di coppia.

Scritto e diretto da Assayas, Doubles Vies è fatto di centosette minuti di dialoghi veloci e acuti sul mondo che confonde e travolge, quello di internet, dei nuovi fenomeni sociali, del digitale, e quello dei rapporti umani che non riescono, perché non possono, ridursi ad un algoritmo.

Alain (Guillaume Canet) è un editore parigino, lavora in una storica casa editrice che vanta un prestigioso catalogo, frutto di un’attività centenaria. È sposato con Selena (Juliette Binoche), attrice impegnata prestata al nuovo fenomeno delle serie televisive, da lei criticate, ma pur sempre fonte di un successo mai raggiunto con il teatro.Léonard (Vincent Macaigne) è uno scrittore pubblicato da Alain che si vede rifiutare il nuovo manoscritto. Troppo personale con personaggi facilmente riconoscibili secondo l’opinione di Alain. Mentre l’autore da un lato nega dall’altro ammette che la vita inevitabilmente influenza. Ma se la vita degli altri ha un valore, può uno scrittore ispirarsi a personaggi veri, senza togliere loro qualcosa?

Alain e Selene, Léonard e Valérie (Nora Hamzawi) sono due coppie che si scontrano con tante parole e tante riflessioni sulle parole stampate, sulla crisi dell’editoria, sulla politica, sul credere in un’idea nonostante tutto. In un mondo dove gli azionisti vogliono guadagni, non buone strade per risollverare bilanci, dove l’algoritmo di Amazon sui consumi, basato sulle abitudini, potrebbe soppiantare una critica letteraria autocompiaciuta, i rapporti umani restano comici nella loro complessita.

Assayas osserva; lui è lo spettatore che segue divertito e preoccupato le vicende di questi individui cinici, ma capaci di amare, anche se a modo loro. Con la fotografia di Yorick Le Saux e con un cast in perfetta sintonia, Doubles Vies gioca sulle doppie vite, giri di valzer di coppie  che cercano di adattarsi ai cambiamenti intorno a loro. Ma se anche tutto dovesse cambiare, cambierebbero veramente le cose.

La celebre frase del Gattopardo viene citata con un velo di malinconia. Ma la vita intanto la vita va avanti.